La giovane Emilie, ora cerca i suoi genitori. Quelli adottivi, la trovarono all’interno dell’aeroporto Parigi Orly, e da allora, se ne prendono cura
La piccola Emilie, fu ritrovata nei pressi di una cabina telefonica del famoso aeroporto francese, Parigi Orly, il 17 settembre 1994. Ora, a ventisei anni di età, sta commuovendo ed allo stesso tempo movimentando il web, per cercare i suoi genitori.
Emilie, aveva circa 9 mesi quando un’impiegata dell’autonoleggio dell’areoporto dove la piccola fu abbandonata, trovò il carrozzino con lei all’interno. Ora, la ragazza con l’aiuto di una donna, ha dato vita a questa iniziativa perché vorrebbe tanto conoscere le sue origini.
Il medico che dopo il fortunoso ritrovamento, visitò per primo la piccola, accertò che stava bene e che aveva circa 9 mesi di età. Come luogo di nascita per i documenti, fu scelto l’indirizzo di maternità più vicino all’aeroporto, mentre il suo, Emilie, è il nome che i poliziotti che per primi si occuparono di lei, scelsero di darle.
Il cognome ora è Mandom, quello della famiglia di Monique e Philippe, i suoi genitori adottivi. Durante il lockdown, dopo 26 anni di silenzio, la ragazza ha deciso di utilizzare internet per uscire allo scoperto. Lanciato un appello, Emilie ha commosso il web.
Lo scorso 16 aprile, ha scelto il mezzo Facebook per pubblicare alcune foto, che potrebbero aiutare i veri genitori a capire che si tratta della loro figlia, insieme alla descrizione della sua storia. Eccole:
“Ciao a tutti. In questo periodo di reclusione voglio che partecipiate alla mia ricerca: Senza muovervi da casa, aiutatemi a far viaggiare il mio messaggio”. Inizia così, il commovente e lunghissimo post della ventiseienne, che scrive: “Non ho dettagli sulla mia “vera” identità, le mie origini, la mia concezione, la mia nascita, la persona o le persone che mi hanno lasciato e perché. Non ho informazioni. Voglio sapere la verità“.
Emilie, non è arrabbiata, e spiega che è semplicemente curiosa di sapere chi e perché abbia deciso di abbandonarla, continuando il suo appello: “Se ti ricordi di un bambino che corrisponde alla mia foto e scomparso dal tuo ambiente nel 1994, contattami”.
La ragazza è cresciuta in Francia, nel paese in cui è stata ritrovata, parla regolarmente francese ed ora lavora presso una catena di alberghi di lusso. Ma le manca sapere come mai la sua vita è andata proprio così. Per adesso, non è arrivata nessuna risposta.
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