Don Rito Alvarez sacerdote proveniente dalla Colombia impegnato nella lotta ai narcotrafficanti, ha spiegato le sue iniziative volte ad evitare il coinvolgimento dei bambini
Don Rito Alvarez prete colombiano di 42 anni è tra i più attivi nella lotta alla criminalità organizzata e in particolare al narcotraffico nella sua terra d’origine. Trattandosi di un evangelico non riesce a rimanere indifferente alle ingiustizie e ai soprusi. D’altronde lo stesso Gesù Cristo “non porgeva l’altra guancia” rispetto a queste cose.
Attualmente vive a Ventimiglia in Liguria. È arrivato quando aveva appena 15 anni dal Catatumbo (regione a nord della Colombia al confine con il Venezuela), ma nonostante ciò non ha dimenticato il suo natio (torna lì ogni 6 mesi), che cerca di aiutare con iniziative importanti. Il nemico numero uno è la cocaina che al di là degli effetti deleteri che può avere sulle persone, nasconde anche altri aspetti abbastanza inquietanti, come il coinvolgimento dei bambini e le guerre locali.
Negli anni ’90 i contadini del posto vengono “invitati” a sostituire le coltivazioni normali con quelli di cocaina, in cambio della promessa di una prospettiva di vita migliore. Ai signori del narcotraffico si uniscono i paramilitari che in teoria dovevano proteggere la gente. Purtroppo però sono diventati anche loro sfruttatori e si sono resi protagonisti di atti di barbarie, tra cui omicidi di persone innocenti che magari erano lì per caso.
Per via di ciò Don Rito nel 2007 ha dato vita alla Fundacion Oasis de Amor e Paz. Un’associazione nata per raccogliere fondi per creare case famiglie nel Catatumbo per evitare che i bambini vengono indirizzati verso una vita sbagliata e crudele come quella della raccolta delle foglie di coca nei campi.
Un’opportunità per poter scegliere una vita migliore, per costruire un futuro ricco di prospettive positive. Alcuni ragazzi infatti si sono laureati e sono diventati dei professionisti. Una scia positiva che sta spingendo sempre più famiglie a mandare i propri figli pressi i centri istituiti da Don Rito.
Ma non è tutto. Il sacerdote nutre l’ambizione di estirpare le foglie di coca dai campi e di sostituirle con delle piantagioni di caffè. Ciò che viene prodotto da queste piante viene portato in una torrefazione di Ventimiglia. Lì i chicchi vengono lavorati e commercializzati. Insomma, si può sempre fare del bene, basta solo volerlo per davvero.
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