Israel Anyanku ha parlato. Il ventiquattrenne nigeriano arrestato dai carabinieri di Piacenza e minacciato affinché spacciasse per loro
Sono tantissimi i retroscena venuti fuori dall’inchiesta Odysseus, che ha portato all’arresto dei carabinieri della stazione Levante di Piacenza. L’ultima voce a proposito degli arresti illegittimi dei carabinieri, ora indagati, arriva da un ventiquattrenne nigeriano, Israel.
“Mi hanno picchiato e costretto a vendere droga”. Questa, la “bomba” in sostanza lanciata da Israel Anyanku, vittima di uno dei quattro fermi illegittimi compiuti dai carabinieri della caserma Levante. Il nigeriano, ha parlato di percosse, minacce e di essere stato costretto controvoglia a spacciare droga.
I carabinieri di Piacenza lo costringevano a spacciare per loro
“Mi hanno preso e incominciato a picchiarmi forte con le mani. Sono caduto a terra e mi hanno picchiato forte, ancora. Mi hanno chiesto ‘cosa hai in tasca?’ e io ho risposto ‘niente, controlla pure’. E loro mi hanno picchiato.
Eravamo in via Colombo, mi hanno picchiato in faccia cosi tanto che usciva moltissimo sangue. Mi hanno dato dei fazzoletti e non riuscivamo a fermare il sangue, ho cercato anche di lavarmi la faccia e continuava uscire sangue dal naso”. Questo l’inizio del pazzesco racconto del giovanissimo africano, fermato illegalmente dai carabinieri di Piacenza.
Chiedeva cosa avesse fatto, e gli uomini lo portavano in caserma dicendo di volerlo aiutare. Nel racconto di Israel c’è ancora tanto terrore, lui racconta che tutt’oggi soffre le conseguenze delle botte ricevute dai militari di Piacenza, mentre lavora nei campi di pomodoro a Foggia.
Una volta in caserma, nei ricordi del povero nigeriano, i carabinieri che continuavano a dire di volerlo aiutare, gli avrebbero chiesto se spacciasse droga o ne facesse uso. Non contenti della risposta negativa di Israel, i carabinieri andarono a controllare casa sua, senza trovarvi nulla di compromettente. Poi, la richiesta di spacciare per conto loro: “Io ho detto che non lavorerò con loro e non vendo droga, e mi hanno incominciato a picchiare di nuovo“.
Ora per fortuna è tutto finito, anche se ad Israel resterà un trauma difficile da rimuovere. Stavolta i “cattivi” erano italiani, tutti italiani e la vittima, un migrante. Non sempre è come spesso a tanti piace pensare, non è la provenienza a fare l’uomo che si è e questa triste storia ne è la riprova.
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