Salvini fermava gli sbarchi, va a processo: “A testa alta, mi porto Conte”

Seppure con una maggioranza risicata, il Senato vota per il sì al processo a Salvini. Matteo Renzi ha ‘tradito’ rimangiandosi la parola.

Una maggioranza risicata che è anche lo specchio di un momento politico dove non esistono vincitori nè vinti e nessuno può sentirsi davvero sicuro attaccato alla poltrona.

Come succede da un pò di tempo, è Renzi a fare un pò da ago della bilancia sulle deciosni più importanti in Senato: un partito piccolo piccolo nelle preferenze degli italiani, eppure così decisivo.

Renzi aveva optato per il no al processo a Salvini: era il 26 maggio. Oggi, improvvisamente cambia idea: “ho letto meglio le carte” – dice il leader di Italia viva.

L’Aula del Senato, dunque, ha autorizzato il processo all’ex ministro Matteo Salvini per la vicenda Open Arms. I favorevoli sono stati 149 , i contrari 141.

“Salvini non agì per interesse pubblico”. E’ stata la motivazione con cui il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha annunciato, nell’aula del Senato, il voto del suo partito a favore dell’autorizzazione a procedere per la nave della Ong bloccata in mare 19 giorni nell’agosto 2019, quando Salvini era ministro dell’Interno.

“Noi dobbiamo rispondere alla domanda non se Salvini abbia commesso reati o no, o se fosse accompagnato da altri membri del governo. A questo risponde la magistratura. Ma se ci fu interesse pubblico. E per me l’interesse pubblico non c’è nel tenere un barcone lontano dalle coste”, ha aggiunto Renzi.

Open Arms, Salvini a processo: “A testa alta, non voglio aiutini e le supercazzole di Renzi”

Non è mancata la replica del centrodestra alle parole di Renzi. Licia Ronzulli di Forza Italia gli rinfaccia: “Il suo garantismo è a senso unico alternato”. Nel suo intervento, lungamente applaudito dal centrodestra che si è profuso nel finale anche in cori da stadio  “Matteo Matteo!”, Salvini fa notare i posti vuoti nei banchi del governo e, viceversa, la presenza di tutti i senatori a vita, “fatto che conferma quanto ormai siano superati“.

Salvini ringrazia i senatori del M5s per non essere intervenuti “visto l’evidente imbarazzo” e rimarca: “Preferisco il silenzio dei grillini alle ‘supercazzole’ di Renzi”, meritandosi la strigliata della presidente del Senato Casellati per il termine adoperato. Poi ammette che il suo unico rammarico è dover “spiegare la situazione ai figli”.

Assicura che andrà avanti fino in fondo, “senza aiutini”. E conclude, ribadendo quanto già twittato: “Contro di me un processo politico, io non porto i miei avversari in tribunale. L’unico tribunale è quello del popolo, del voto, delle elezioni”. 

Poi, il leader della Lega scrive su Facebook, a bocce ferme.

Il Senato ha votato per mandarmi a processo.
Contro di me festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità.

Sono orgoglioso di aver difeso l’Italia: lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso.

Mi tengo stretto l’articolo 52 della Costituzione (“la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”) e ricordo le parole di Luigi Einaudi: “Quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra”. Non ho paura, non mi farò intimidire e non mi faranno tacere: ricordo che per tutti i parlamentari, presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori.

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