Carabinieri Piacenza, nuovo comandante per la caserma degli orrori

Il caso dei Carabinieri Piacenza ha avuto delle conseguenze drastiche, tra qui quella della nomina del nuovo comandante Paolo Abrate.

The show must go on” recitava una celebre canzone dei Queen. Un motto che si può abbinare praticamente ad ogni aspetto della vita, anche allincresciosa questione dei carabinieri di Piacenza, che ha avuto una risonanza mediatica altisonante.

La storia è ormai di dominio pubblico e dopo tutto il polverone sollevatosi, è giunta l’ora di ricominciare. Il primo passo è stato quello di nominare un nuovo comandante, che avrà l’arduo compito di risollevare la credibilità delle forze dell’ordine locali, fortemente minata da ciò che è successo.

L’uomo designato per la rinascita si chiama Paolo Abrate e in sede di presentazione è sembrato desideroso di ripartire e di lasciarsi alle spalle la vicenda dei colleghi arrestati per non aver esercitato al meglio il proprio dovere.

Carabinieri Piacenza, Paolo Abrate: “Massimo impegno per la sicurezza dei cittadini piacentini”

Dunque, ecco quali sono state le sue parole d’insediamento in un momento storico non proprio semplice: “Il mio obiettivo è quello di guadagnare la fiducia della gente giorno per giorno. Garantiremo il massimo impegno al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e delle istituzioni di Piacenza. Mi sono già presentato alle varie istituzioni della città a partire dal sindaco. Un modo per far sentire sin da subito la nostra presenza sul territorio”. 

Poi si è discostato sulla questione dei numeri degli arresti, visto che è stato un tema ridondante dell’inchiesta Odysseus: “Non guardo le statistiche. Deve essere arrestato chiunque possa minacciare la collettività. Quando si verificherà un evento sospetto richiederò un intervento adeguato che risponda a ciò che è stabilito dal quadro giuridico”. 

Mai come in questa circostanza alle belle parole devono seguire necessariamente i fatti. Non ci sono più margini d’errore, è tempo di tornare a dare l’esempio e far capire non solo piacentini, ma all’Italia intera che le mele marce purtroppo sono ovunque. Vanno debellate per poi ricostruire un futuro migliore: solo così si può dimenticare definitivamente.

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