Dopo un anno e mezzo di reddito cittadinanza, fortemente voluto da Di Maio e i 5 stelle, si fanno i conti su come finora ha funzionato. E qualcosa sembra non andare.
Può piacere o meno, ma il reddito di cittadinanza, nato 18 mesi fa per volere insindicabile dei 5 stelle e Di Maio in primis, fino ad oggi ha dato una grossa mano ai poveri veri, a quelli che non riescono ad arrivare a fine mese e neppure a trovare un lavoro.
Ma sembra che in Italia esistano anche i poveri finti. I soliti furbetti di cui raccontiamo ogni giorno, che prendono il sussidio senza averne diritto. A un anno e mezzo dall’entrata in vigore del Reddito di cittadinanza, i conti non tornano.
C’è una disparità tra la distribuzionedei poveri, a livello nazionale, e gli effettivi percettori del sussidio. Al Sud, per esempio, ci sono più cittadini col Rdc che poveri. Proporzione che al Nord si ribalta.
E ci si chiede come questa disparità sia possibile. Colpa dei furbetti, appunto. Oppure è una questione di mentalità. Gli indigenti settentrionali sono meno inclini a ricorrere all’assistenzialismo di Stato, forse.
I numeri dicono: al Sud c’è il 31,6% dei poveri, ma viene distribuito il 43,2% degli assegni. Nelle isole il 13,5% dei poveri e il 23,2% degli assegni. Nel Nord ovest c’è il 23,8% dei poveri, ma solo il 13,8% degli assegni.
Nel Nord est 16,7% dei poveri e appena il 6,4% degli assegni. Sud e Isole si prendono i due terzi del malloppo, pur avendo il 45% dei poveri. Sono dati che si possono incrociare con quelli diffusi, qualche giorno fa, dall’osservatorio dell’Inps su Reddito e Pensione di cittadinanza.
La cifra media dell’assegno statale è 521 euro al mese. E va a un milione e 221 mila percettori. Da inizio anno le famiglie che hanno chiesto di accedere ai sussidi, ricevendo risposta positiva, sono il 15% in più, pari a 1,059 milioni di nuclei.
Numeri che si sommano a quelli della nuova misura di supporto in risposta al coronavirus: il Reddito di emergenza. Al 30 giugno risultano 209 mila i nuclei percettori di almeno una mensilità di questo strumento, con 518 mila persone coinvolte e un importo medio mensile di 572,48 euro. La pensione di cittadinanza interessa invece 131 mila nuclei per un importo di 240 euro.
Finora per il reddito e la pensione di cittadinanza sono stati spesi circa 7 miliardi e 180 milioni di euro, sommando gli importi erogati per il sussidio dal mese di avvio, ovvero da aprile del 2019.
Solo a giugno, ultimo mese finora pagato, sono stati spesi circa 601 milioni. Un enorme sforzo finanziario. Ma il Rdc, ad oggi, sta fallendo la sua missione. Che non sarebbe quella di spesare i disoccupati per stare a casa. Ma di aiutarli a trovare un lavoro.
I fortunati che ci sono riusciti sono solo 40mila. E la stragrande maggioranza ha fatto da sola, non grazie alle politiche attive del governo, affidate all’Anpal. E c’è il caso di un pensionato di Lanciano, che riceveva l’assegno nonostante avesse quaranta immobili di proprietà. Ma questa è un’altra storia…
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