Il maggiore Bezzeccheri chiedeva all’appuntato Montella di aumentare il numero degli arresti: “dobbiamo fargliela vedere a quelli là”.
Non importa a chi, verrebbe da dire, alla luce di tutti i dettagli che circondano la vicenda dei carabinieri arrestati a Piacenza. “Massimo risultato col minimo sforzo” – chiedeva il comandante ai suoi uomini.
E questo perchè? “A Rivergaro e a Bobbio gli devo fare un culo così, è una questione di orgoglio, mi gira il culo che gente che rispetto a voi non vale un cazzo fa i figurini con il colonnello, con il comandante della Legione”.
Con parole più o meno ‘forbite, per l’ex comandante della compagnia carabinieri di Piacenza, il maggiore Stefano Bezzeccheri, c’è in gioco la “dignità” di fronte ai colleghi in servizio nei paesi vicini nel numero di arresti eseguiti dalla sua caserma.
Il carabiniere Peppe Montella, nella conversazione intercettata dagli inquirenti, accoglie subito la sua richiesta: “Adesso vediamo di farne il più possibile, anche settimana prossima, almeno di farne altri tre-quattro“.
E poco importa se, come sospettano i pm, in manette siano finiti anche cittadini innocenti o presunti spacciatori arrestati solo per fare numero. “Il massimo risultato con il minimo sforzo… Bravo!”, replica Bezzeccheri a Montella, considerato il leader dei presunti affari illeciti nella caserma Levante.
Una definizione che però lo stesso carabiniere, interrogato dal gip per la prima volta, rimanda al mittente. I suoi legali hanno ammesso che “si può sbagliare, si possono fare errori per ingenuità, vanità, per tante cose”, ma non ci sarebbe stata alcuna “regia” dietro agli episodi attenzionati dai magistrati.
E vengono fuori ulteriori particolari dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta sui carabinieri di Piacenza. “Devo beccare questo che vende a prezzi troppo bassi”, diceva Montella, considerato il leader del gruppo criminale.
Dunque occorreva arrestare i pusher che vendevano la droga a prezzi troppo bassi rovinando la piazza. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta sui carabinieri di Piacenza, questo erano uno degli obiettivi di Giuseppe Montella.
È il 9 marzo quando Montella parla con il suo fornitore di droga. I due discutono di un pusher, Ramy, che gli starebbe rovinando la piazza, vendendo hashish a prezzi troppo bassi, 5,50 euro al grammo. “Ci sta uno che lo vende a cinque e cinquanta, c’ha lo stesso coso con il fantasmino come il nostro e non so chi è, infatti lo devo beccare perché lo vendevo a sette, a otto”.
E ancora: “Devo beccare questo qua che vende il fumo a quel prezzo là che lo devo fare fuori perché m’ha calato il prezzo”.
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