Iniziati gli interrogatori dei carabinieri arrestati: a sentire loro sembra sia stato tutto solo uno scherzo. Anche la compagna di Giuseppe Montella è finita in manette.
Da super duri a coniglietti. Sembrano bambini indifesi secondo i loro avvocati, e non quei carabinieri che nelle intercettazioni si vantavano di avere “spaccato la faccia a un negro”. E il capo piange.
Sono ripresi nel carcere ‘Le Novate’ di Piacenza gli interrogatori di garanzia dei carabinieri arrestati mercoledì nell’ambito dell’inchiesta della procura che ha scoperto una serie di reati commessi dai militari della stazione Levante.
L’interrogatorio più atteso è quello dell’appuntato Giuseppe Montella, considerato dagli inquirenti e investigatori al vertice della banda che era stata messa in piedi nella stazione dei carabinieri.
Un personaggio che, dice il gip nell’ordinanza, era convinto di poter tenere «qualunque tipo di comportamento, vivendo al di sopra della legge e di ogni regola di convivenza civile” Un uomo che «non mostra paura di nulla ed è dotato di un carattere particolarmente incline a prendere parte ad azioni pericolose e violente».
Ma così non è secondo il suo avvocato Emanuele Solari che, arrivando in carcere, non ha escluso la possibilità che Montella possa rispondere al Gip. «Probabilmente risponderà alle domande – ha detto ai cronisti – è molto provato».
Carabinieri arrestati, in manette anche la compagna di Montella: “amore lo abbiamo massacrato”
Maria Luisa Cattaneo, la moglie dell’appuntato napoletano leader del gruppetto di militari accusati di pestaggi, estorsioni, spaccio e anche di tortura, è finita ai domiciliari perché accusata di aver aiutato il 37enne nell’approvvigionamento della droga. Inoltre nelle intercettazioni, scrive Repubblica, parlava anche lei di soldi e droga.
Parlando con lei di una operazione di servizio appena conclusa, dopo aver sottolineato di essersi stirato un muscolo correndo dietro a uno spacciatore, Montella le dice senza problemi: «Amore, però lo abbiamo massacrato».
E ancora, sempre parlando con la compagna, ma anche con il figlio, raccontando le fasi dell’arresto di un maghrebino, si vanta così: «Questo c’ha fatto penare… Mamma quante mazzate ha pigliato… Abbiamo aspettato là dieci minuti, siamo riusciti a bloccarlo, non parlava, e ha preso subito due-tre schiaffi. Ne ha prese amore… in Caserma, amore! Colava il sangue, sfasciato da tutte le parti. Un ragazzino del ’96. Non ha detto ‘A’».
Iniziano ora a farsi sentire le voci delle difese. La foto con i soldi in mano accanto a due spacciatori? «Una vincita al gratta e vinci di 5 anni fa». Il nigeriano pestato? «Nessuna violenza, una spacconata di Montella. E’ caduto durante l’inseguimento».
Ha respinto ogni accusa Giacomo Falanga, uno dei carabinieri arrestati dalla procura di Piacenza. Il militare, ha spiegato al termine dell’interrogatorio davanti al Gip il suo avvocato Daniele Mancini, «ha risposto a tutte le domande e ha fornito tutte le delucidazioni sugli episodi che lo riguardano. Lui ha un tenore di vita normalissimo e nessun indizio che lo colleghi alla droga. E’ molto provato». Secondo l’avvocato, Falanga è estraneo a ogni addebito.
Quanto alla vicenda delle presunte torture subite da uno spacciatore egiziano in cui Falanga dice che i suoi due colleghi Montella e Cappellano devono fare il «poliziotto buono e il poliziotto cattivo», il legale nega le violenze e aggiunge. «Non si può condannare una persona per una battuta, le cose vanno contestualizzate. Falanga è estraneo ad ogni violenza e alle ipotesi di spaccio.
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