La Corte d’Appello ha deciso quale sarà la pena da scontare per l’assassino della ventiseienne di Garlasco, Alberto Stasi
La Corte d’Appello di Brescia ha deciso quale sarà il futuro di Alberto Stasi, trentasettenne autore dell’omicidio di Garlasco, in cui perse la vita la giovane Chiara Poggi. Respinta la richiesta della difesa, l’esecuzione della pena non sarà sospesa.
Aveva sperato in un passo indietro, la difesa dell’ex studente di economia, ad oggi riconosciuto come unico possibile assassino della ventiseienne. Dal canto suo, Alberto Stasi si è sempre proclamato innocente ed il suo avvocato è convinto che si possa proseguire con le indagini per trovare elementi che scagionino l’assistito.
Omicidio Chiara Poggi, Alberto Stasi resta in carcere
Delitto di Garlasco: nessuna novità per Alberto Stasi, la Corte d’Appello non accoglie le richieste della difesa e conferma l’esecuzione della pena a sedici anni di reclusione per il trentasettenne. Per ora, si prende soltanto tempo per valutare un’eventuale ammissibilità dell’istanza di revisione.
Se da un lato, i Giudici confermano la decisione sul far restare Stasi in carcere a Bollate, dove si trova attualmente, dall’altro non c’è ancora una totale fondatezza degli elementi della difesa.
Laura Panciroli, avvocato del presunto assassino, aveva proposto la revisione dei fatti attraverso la simulazione delle dichiarazioni di un testimone, nonché una nuova interpretazione delle impronte trovate sul dispenser del bagno di casa Poggi, e dei capelli trovati nel lavandino dello stesso appartamento di Garlasco.
La decisione finale sull’ammissibilità potrebbe arrivare in settembre. L’avvocato Panciroli si disse ottimista, quando lo scorso 23 giugno dichiarò che una “Articolata richiesta di revisione” della sentenza, era stata già depositata. “Sono stati individuati e sottoposti al vaglio della competente Corte di Appello di Brescia – spiegava l’avvocato – elementi nuovi, mai valutati prima, in grado di escludere, una volta per tutte, la sua responsabilità”.
Il delitto, avvenne il 13 agosto 2007 e solo il 12 dicembre 2015, fu riconosciuto come unico colpevole, il ragazzo che all’epoca dell’accaduto era il fidanzato della vittima, Alberto Stasi, appunto.
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