Poche ore dopo la firma dell’accordo europeo sul Recovery Fund, arrivano le prime dichiarazioni dell’opposizione. Naturalmente critiche, anche se la Meloni concede a Conte l’onore delle armi.
«Siamo soddisfatti del fatto che l’Europa si sia dimostrata più solidale rispetto al 2008. C’è stata la resistenza di alcuni paesi e questo deve farci riflettere sul futuro. L’Italia ora dovrà essere in grado di avere i soldi che sono a disposizione, deve dare il meglio di sé, per presentare delle riforme valide». Lo ha dichiarato a Radio Anch’io, Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia.
«Rimane il problema del Mes, credo che si debbano utilizzare quei soldi che sono disponibili sin da ora per riformare la sanità e per risolvere il problema della cassa integrazione. Abbiamo bisogno di immettere liquidità sul mercato e prepararci ad una possibile ondata di ritorno del Covid19. Dobbiamo valutare anche i flussi migratori, abbiamo visto che i clandestini arrivati in Italia erano in gran parte affetti da coronavirus».
La presidente di Fratelli d’Italia arriva al nocciolo: «quello che ci preoccupa di più è che non solo queste risorse arriveranno a primavera 2021 inoltrata ma che per spenderle dovremo comunque passare dalle forche caudine dei Rutte di turno: non si chiama «diritto di veto» ma il «super freno di emergenza» funzionerà allo stesso modo.
Si rischia un inaccettabile commissariamento delle scelte di politica economica di una Nazione sovrana. Difenderemo la nostra sovranità strenuamente e ci auguriamo che da questo momento in poi il governo voglia fare lo stesso».
Per Matteo Salvini, invece, si è di fronte ad una resa incondizionata e parla dei accordo su un «super Mes»: «Stiamo parlando di soldi prestati che arriveranno se va bene fra un anno, solo e soltanto se l’Italia farà le riforme in pensioni, lavoro, giustizia, sanità e istruzione richieste dall’UE. Tradotto: ti presto dei soldi se torni alla legge Fornero e se metti una patrimoniale.
Noi vigileremo perché così non sia. Va restituito coi versamenti annui che l’Italia versa all’UE. Non c’è nessun regalo per nessuno, è un prestito. E’ una resa mani e piedi senza condizioni».
«Una parte di questo stanziamento – aggiunge l’ex ministro – verrà deciso nel 2023. Il problema di oggi è che stiamo chiedendo a 4 milioni di partite Iva di versare 8 miliardi di tasse. Abbiamo letto Renzi, Monti, Conte, tutti gli eurofelici di quello che accadrà nei prossimi anni ma tornando sul pianeta Terra ci sono i semplici e umili italiani che hanno problemi adesso.
Se i risultati sono un prestito da restituire integralmente e da usare solo a patto di ulteriori tagli e sacrifici, non mi sembra esattamente una svolta epocale».
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