Il virologo Andrea Crisanti lancia una grave accusa al governo, reo, secondo l’esperto, di avere sottovalutato l’allarme coronavirus tra i migranti presenti in Italia.
Andrea Crisanti lo sapeva, ma non è bastato ad allarmare abbastanza gli esperti del governo chiamati a gestire l’emergenza coronavirus. In un’intervista al Giornale, il direttore della Microbiologia e Virologia dell’università di Padova avverte che non è finita.
“Bisogna testare i migranti subito altrimenti il coronavirus si diffonderà a macchia d’olio“. Crisanti invita a “bloccare sul nascere le situazioni a rischio” […] Gli asintomaci, sono i più infettivi. Purtroppo, molto spesso, le infezioni circolano tra i giovani che trasmettono e infettano. Gli anziani invece si ammalano”.
Il virus, avverte il virologo, “non guarda in faccia nessuno e circola ovunque. Quindi dovevano essere testati pure i migranti […] Non avevamo sospetti precisi, ma volevo monitorarli perché erano stati lasciati fuori dai controlli epidemiologici”.
I contagi del centro accoglienza di Jesolo, in veneto. Il 30% era positivo, Crisanti se la prende con il governo sottolineando che “nei centri di accoglienza non si può accedere facilmente. Servono autorizzazioni dal ministero dell’Interno […] Noi in passato avevamo fatto domanda di testare queste realtà ma da Roma non ci hanno mai autorizzato, o forse non ci hanno neppure risposto.
Oggi è tardi ma qualcosa si può ancora fare, per esempio vietare i voli in entrata anche dagli Stati Uniti.
“Un grave errore non averlo fatto, visto che è il Paese con più malati di Covid al mondo”. E poi punta il dito contro i cinesi “che hanno ritardato la comunicazione dei dati e che hanno favorito il virus prima del blocco dei voli […] Io non me le dimentico le drammatiche settimane di febbraio” – conclude con amarezza Crisanti.
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