L’Agenzia delle Entrate ha in serbo un nuovo servizio virtuale per il pagamento delle tasse. Un metodo per avere assistenza immediata ed evitare di spostarsi fisicamente
L’avvento del covid-19 ha cambiato diverse nostre abitudini, tra cui anche quelle inerenti ai servizi di pagamento. Onde evitare assembramenti e potenziali pericolose code agli sportelli, è in atto un’incentivazione dei servizi telematici.
L’ultimo in ordine di tempo è l’assistente virtuale fiscale creato dall’Agenzia delle Entrate per aiutare i contribuenti nel pagamento delle tasse. Un metodo semplice e al passo con i tempi che aiuta anche a snellire i tempi d’attesa e al tempo stesso permette agli impiegati di poter continuare a lavorare in smart working.
Pagamento tasse: come funziona il nuovo servizio online
Così facendo il governo estenderà la competenza del Mef agli atti di competenza dell’Agenzia del Demanio e dei Monopoli dando spazio ad un sistema sempre più digitale. Dunque, niente più corse dall’ufficio agli sportelli per i commercialisti, mentre gli utenti potranno chiedere informazioni restando seduti tranquillamente sul proprio divano. Attraverso la chat di riferimento avranno la possibilità di effettuare domande in qualsiasi momento. Il tutto viene risolto in tempo reale (laddove sia possibile), così come avviene per le questioni bancarie.
L’altro grande obiettivo è anche di spostare la burocrazia sugli strumenti tecnologici, favorendo posta elettronica e pec. Un cambiamento che consentirebbe di risparmiare tempo e denaro e che garantirebbe anche maggior sicurezza rispetto a una possibile perdita di documenti. La pec d’altronde è lo strumento del futuro e comporta una spesa minore di circa 4 miliardi di euro anno, oltre che 120mila tonnellate di emissioni di CO2 in meno. Insomma praticità, convenienza e salvaguardia dell’ambiente in solo colpo.
Per forza di cose però è necessario avere un minimo di dimestichezza con l’accesso al web. In Italia però anche a causa di una maggioranza schiacciante di persone anziane, il quadro non è propriamente positivo. Rispetto al resto d’Europa il Bel Paese ha una media decisamente più bassa per quanto concerne le competenze digitali (22% vs 33%). Un aspetto su cui bisognerà migliore per non farci trovare impreparati con la nuova realtà globale, sempre più improntata all’utilizzo della tecnologia.
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