Il pm della procura di Lecce Stefania Mininni dopo aver riaperto l’inchiesta sulla sparizione di Mauro Romano, potrebbe aver individuato l’uomo che l’ha sequestrato
Un misterioso caso di cronaca nera potrebbe regalare clamorosi colpi di scena dopo ben 43 anni. Si tratta della storia di Mauro Romano, bambino di 6 anni scomparso il 20 giugno del 1977 dalla sua abitazione a Racale nel Salento. Era sotto la custodia dei nonni visto che i genitori erano usciti per andare a un funerale. Stava giocando nel giardino ed improvvisamente è stato portato via.
Secondo il pm della procura di Lecce Stefania Mininni a compiere il macabro gesto sarebbe stato un amico di famiglia che il bambino chiamava “zio”. Oggi l’uomo ha circa 70 anni. Gli investigatori sono risaliti a lui dopo aver interrogato diverse persone compresi i familiari di Mauro. A far scattare l’indagine è stata l’istanza avanzata dai genitori in seguito all’arresto di un anziano di Taviano, (paese situato a pochi chilometri da Racale) reo di aver abusato sui dei minori.
Tempo addietro chiese 30 milioni alla famiglia in cambio della restituzione del figlio per poi essere arrestato e condannato per aver cercato di ottenere del denaro in maniera illecita dichiarando il falso. L’indiziato non sarebbe lui, ma in qualche modo potrebbe essere collegato alla vicenda.
Qualora l’accusa dovesse essere confermata il reato di sequestro di persona sarebbe purtroppo già caduto in prescrizione. L’avvocato dei Romano Antonio La Scala è però già al lavoro per poter chiedere un’azione civile risarcitoria.
I genitori Bianca e Natale però vogliono conoscere la verità e sapere che fine abbia fatto il loro bambino. Il corpo non è mai stato trovato e ciò lascia spazio a varie ipotesi, tra cui quella di una vendita ad una famiglia ricca in grado di pagare una cifra ingente. Vista la tenera età che aveva al tempo dei fatti non è da escludere che Mauro non sappia di essere stato rapito e che stia vivendo la sua esistenza serenamente ignaro di ciò che gli è successo in età infantile. L’unica pista da escludere al momento è quella relativa al sequestro a scopo di estorsione. Una tesi avvalorata dal fatto che non sono pervenute richieste di riscatto veritiere.
In cuor suo la madre Bianca spera che chi si è reso protagonista di questo efferato rapimento abbia il coraggio di chiedere scusa e di confessare tutta la verità, compreso se il figlio sia ancora in vita. Sarebbe l’unico modo per chiudere definitivamente la questione.
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