Gli esperti che lanciano allarmi sul coronavirus, saranno anche tutti novelli Tafazzi (il masochista interpretato da Giacomo del trio con Aldo e Giovanni che si dava colpi di bottiglia proprio lì…), però ci sarà pure una via di mezzo tra la paura di tanti medici e la tranquillità dell’infettivologo Matteo Bassetti.
“Stiamo dando al mondo l’idea di essere ancora in pieno dramma – ha detto all’Agi, Bassetti – che tutti i sacrifici non sono serviti a niente. Mentre è vero il contrario: il Covid è stata un’emergenza ospedaliera, che oggi, lo dicono i numeri, è finita. Ma viene comunicato il contrario, un atteggiamento veramente alla Tafazzi”.
Matteo Bassetti è il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, da settimane con altri esperti batte il tasto di una situazione emergenziale che ormai è più mediatica che sanitaria.
“Io lo dico da medico – spiega Bassetti – e non voglio fare politica, però anche la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre, se così sarà, mi pare francamente un po’ spinta.
“Decidere oggi a luglio cosa succederà tra sei mesi non ha molto senso, in molti paesi si danno scadenze temporali più ravvicinate, anche di mese in mese, poi semmai si proroga. Ma anche qui, il messaggio che passa è che siamo in emergenza, come a marzo, invece sono due situazioni assolutamente imparagonabili”.
I numeri, sottolinea, parlano chiaro: “Avevamo oltre 4.000 ricoverati in terapia intensiva, oggi sono 60 in tutta Italia, un paese di 60 milioni di abitanti. Invece continuiamo a leggere ‘salgono i contagi’ senza approfondire i numeri, quanti di questi sono asintomatici, quanti sono più seri, quanti i ricoverati.
“Sappiamo pero’ che la ‘vasca’ dei ricoveri si sta svuotando, e continua a calare malgrado questi 200 contagi al giorno. Si sottolineano solo i dati negativi, omettendo di sottolineare, ed è veramente tafazziano, che siamo stati i primi a contrastare l’onda e ci siamo riusciti bene”.
Sette casi di positività al Covid-19 in un’azienda per la lavorazione delle carni che si trova nel Modenese, la Maccaferri di Castelnuovo Rangone. A riportare la notizia è la Gazzetta di Modena.
Dei sette casi rilevati dall’Ausl modenese alla Maccaferri, a ieri, quattro appartengono ad uno stesso nucleo familiare. Gli altri contagiati sono tre addetti, di cui due residenti fuori dalla provincia modenese.
Immediatamente è scattata un’azione di screening all’interno ditta del settore carni, sono stati eseguiti trenta tamponi tra addetti e parenti degli stessi. Dunque il numero di contagiati potrebbe anche salire all’esito dei test
E il Parma calcio ha annunciato che un membro dello staff è risultato positivo al nuovo coronavirus. Non si tratta di un calciatore. Il soggetto è stato prontamente isolato mentre la squadra emiliana ha iniziato l’isolamento nel centro sportivo di Collecchio continuando tuttavia regolarmente la propria attività in vista delle prossime gare di Serie A. Tutti saranno costantemente monitorati secondo il protocollo vigente.
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