Coronavirus, focolai, meno regioni a zero contagi: cosa sta succedendo?

Nonostante il caldo, ci sono sempre più focolai di coronavirus in Italia e sempre meno regioni a zero contagi. Dal Veneto alla Campania: l’elenco dei focolai di Covid-19.

L’Italia torna ad avere paura del coronavirus. O almeno la gran parte degli italiani perchè, al contrario, ce ne sono molti per i quali il virus non è mai esistito oppure ormai è un ricordo passato. E si comportano di conseguenza, innescando focolai pericolosi.

I nuovi focolai registrano un trend di crescita costante: sotto i riflettori ora non ci sono più solo la Lombardia e Veneto: preoccupano i cluster in Emilia Romagna, Lazio e Toscana mentre soltanto in cinque regioni non si registrano nuovi malati.

Non si tratta più solo della vicenda isolata del presunto diffusore del contagio in Veneto dopo la quale Zaia ha annunciato un’ordinanza con regole più severe.

In Toscana nelle ultime due settimane sono stati registrati tre cluster familiari: si tratta di 18 persone, straniere, che rappresentano più del 40% dei nuovi casi. I contagi sono dovuti principalmente al sovraffollamento negli appartamenti e per questo il governatore Rossi ha firmato una nuova ordinanza affincé i sindaci adottino provvedimenti per eliminare il problema con l’utilizzo dell’albergo sanitario.

Nel Lazio, su 31 nuovi positivi, 14 sono stati registrati nella Capitale e “l’aumento deriva principalmente dai casi di importazione e da un abbassamento del livello di attenzione”, ma si rileva anche “un abbassamento anche dell’eta’”.

Tra i casi di Roma ci sono due dipendenti del World Food Program di rientro dalla Somalia, risultati positivi e sintomatici e segnalati da un medico delle Nazioni Unite.

Rientravano dall’estero anche i quattro altoatesini positivi e ora in isolamento.  A Predazzo, nel Trentino un kosovaro di ritorno dal suo Paese ha portato al contagio di altre sette persone.

Quelli che attualmente preoccupano maggiormente sono i focolai di una azienda agricola che si trova nelle campagne a nord di Ravenna, con 13 braccianti agricoli contagiati, tutti originari del Bangladesh, asintomatici, che vivono nella stessa casa.

Erano rientrati regolarmente in Italia nei giorni scorsi e atterrati a Roma Fiumicino per poi giungere nel Ravennate. Nei giorni scorsi altri nove contagi riscontrati, avevano riguardato sempre persone originarie del Bangladesh residenti tra i comuni di Ravenna e di Cervia.

E quelli di Mantova.

Focolai in Italia, nuovo allarme, questa volta a Mantova

Cinque aziende – tra salumifici e macelli – per un un totale di 68 dipendenti positivi. Negli ultimi giorni, in provincia di Mantova, si sono sviluppati diversi focolai, tutti con le stesse caratteristiche.

L’ultimo, in ordine di tempo, è stato segnalato all’Ats Valpadana da Viadana, negli stabilimenti produttivi di Fratelli Montagnini. Le squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) sono intervenute per effettuare i tamponi su 26 dipendenti, dopo che uno di loro era stato ricoverato in ospedale con febbre alta.

Un altro cluster potrebbe essere a Trieste, dove al momento sono otto le persone collegate tra loro e trovate positive al Covid. Dei nuovi malati riscontrati, quattro lavorano nell’import-export e potrebbero avere avuto contatti con persone provenienti dall’estero, quattro sono invece loro familiari.

In generale, osserva il vice governatore friulano Riccardi, “nell’ultima settimana si sono verificati tre casi che hanno avuto origine in altri Paesi: questo e’ un problema che intendiamo monitorare. Ma intendiamo anche far comprendere come il confine puo’ rappresentare un problema”.

La Campania, alle prese da settimane con il focolaio di Mondragone, martedì 7 potrebbe dichiarare cessata l’emergenza nel Casertano dovuta alla diffusione dell’infezione nella comunità bulgara.

L’Emilia sta ancora monitorando il contagio all’interno degli impianti di logistica della Brt a Bologna. Si registrano altri piccoli focolai nelle province di Padova e Belluno. In Sicilia i nuovi casi sono riferibili a migranti appena sbarcati e ora ospitati a Noto e ad Agrigento.

Ed è stato registrato un altro cluster familiare residente a Zagarolo, vicino a Roma, che potrebbe essere il caso indice dei due bambini del centro estivo e della cena alla pizzeria sulla Casilina. Si tratta di una famiglia che avrebbe ospitato i due piccoli nei giorni passati.

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