Il Culto di San Gennaro ha iniziato il suo cammino per ricevere la candidatura per il riconoscimento UNESCO. Il progetto è stato già presentato e ora si attendono sviluppi.
Nella giornata di ieri il Cardinale Crescenzio Sepe ha dato la sua benedizione al Culto e Devozione di San Gennaro a Napoli e nel Mondo. Una bella cosa che inorgoglisce tutta la regione e le autorità che la seguono.
E’ infatti in programma questo lungo iter che porterà la città ad ottenere un riconoscimento UNESCO. Ecco di cosa si tratta.
Culto di San Gennaro, al via l’iter per la candidatura al Premio UNESCO
Culto di San Gennaro continua ad essere un punto di riferimento per tutta la città di Napoli, cosi come la Campania, specialmente adesso che il “Culto e Devozione di San Gennaro a Napoli e nel Mondo”, è stato presentato alla stampa e alla opinione pubblica, in vista della prossima candidatura per il riconoscimento Unesco.
Il riconoscimento sarà dato come bene del patrimonio immateriale dell’Umanità e per l’occasione c’è stata la presenza anche del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il Sindaco Luigi De Magistris, oltre che degli organizzatori.
L’iniziativa ha già ricevuto il riconoscimento dell’Iscrizione nell’Inventario IPIC per l’anno 2018 del Patrimonio culturale Immateriale Campano, oltre ad essere stata promossa dall’Università degli Studi Federico II – Centro Interdipartimentale Ricerca LUPT. Il tutto p avvenuto grazie alla collaborazione con la Fondazione diocesana Fare Chiesa e Città, la Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, il Pio Monte della Misericordia, il Museo Diocesano di Napoli, il Complesso Monumentale di Donnaregina, il Comitato Diocesano San Gennaro – Guardia di Onore alla Cripta, l’ Associazione “I Sedili di Napoli” Onlus, la Fondazione Ferrante Sanseverino, l’Associazione Sebeto ed ICOMOS International Council on Momuments and Sites.
Non è ancora tutto, durante la presentazione della candidatura, il cardinale Sepe ha esposto il busto in argento del patrono del 1305, che per la prima volta è apparso senza gli “abiti religiosi”, la mitra e il piviale.
“Si apre la calotta della testa e all’interno è custodito un sacchetto di velluto rosso con un fazzoletto di lino in cui sono avvolti vari frammenti, uno dei quali appartenente a un osso di un braccio, una quantità di pozzolana, insetti morti, cera e una fibbia” queste le sue parole.
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