Se si percepisce il Reddito di cittadinanza non è possibile risparmiare. Entro il termine del mese il danaro percepito va speso, altrimenti si rischia il decurtazione del 20%
Il Reddito di cittadinanza fa sempre discutere e soprattutto in quest’ultimo periodo ha lasciato in dote diverse polemiche circa la sua reale utilità. Nel frattempo però sono in programma alcune novità circa l’utilizzo.
Infatti, visto che si tratta di uno strumento improntato ad incentivare il consumo, il denaro che mensilmente viene erogato sulla speciale carta dei beneficiari, deve essere necessariamente speso entro la fine del mese. Nel caso si decidesse di “risparmiare” qualcosa si potrebbe andare incontro al rischio di un taglio del 20% rispetto a quanto concesso.
Reddito di cittadinanza, vietato risparmiare: i controlli sulla carta
Dunque per questo saranno messi in atto dei conteggi effettuati da parte di un software centralizzato che monitora costantemente i movimenti effettuati con la carta. In prima istanza è bene specificare che il denaro erogato deve essere speso per esigenze primarie. Nella fattispecie per l’acquisto di generi alimentari, prodotti sanitari, pagamenti delle utenze. È consentito prelevare fino ad un massimo di 100 euro a persona.
Tornando ai controlli, in base al decreto del 2 marzo 2020, saranno sostanzialmente di due tipologie. Uno mensile e l’altro semestrale. L’ultimo giorno di ciascun mese di erogazione del RDC se ci sarà un saldo superiore al 20% di quanto percepito, il mese successivo la prestazione economica subirà una decurtazione del 20%.
Facendo un esempio pratico, se al termine del mese un beneficiario si ritrova una rimanenza di 200 euro su un totale di 700 euro, nei 31 giorni successivi lo stato accrediterà 140 euro in meno, ovvero 560 euro. Il procedimento andrà avanti per sei mesi fino a quando il sistema resetterà il conto favorendo il ritorno alla piena erogazione.
Un po’ un controsenso con il principio con cui era stato varato questo provvedimento lo scorso anno, che non prevedeva nessun genere di tagli. Ma in fin dei conti non è altro che un escamotage attuato dallo Stato per recuperare una piccola parte dei fondi spesi a causa della forte emergenza dovuta al coronavirus.
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