Coronavirus, l’Oms insiste: “Il peggio deve ancora arrivare”

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, per bocca del suo direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus, torna a spaventare il mondo con messaggi apocalittici.

(Photo by JP Yim/Getty Images)

I dati sul coronavirus in Italia stanno migliorando giorno dopo giorno (qui il bollettino del 29 giugno), eppure per l’Oms “il peggio deve ancora arrivare”. Va detto che sono scoppiati nuovi focolai in alcuni paesi europei, Italia compresa dove però la situazione è migliorata.

E c’è da aggiungere che l’America Latina e gli Usa, così come l’India, sono alle prese con un’ondata di contagi drammatici. Senza contare il nuovo focolaio cinese. Ma se il peggio deve ancora arrivare, c’è da allarmarsi sul serio.

L’Oms si era già fatta sentire venerdì scorso con un nuovo allarme pandemia. Ieri la conferma: “Il peggio deve ancora arrivare – ha detto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus nel consueto briefing sul Covid-19.

Mi dispiace dirlo ma con questo ambiente e in queste condizioni, noi temiamo il peggio. Un mondo diviso aiuta il virus a diffondersi”. Ghebreyesus ha poi annunciato che l’Oms invierà una squadra di ricercatori in Cina la prossima settimana per indagare sulle origini del coronavirus.

“Sin dall’inizio – ha continuato Ghebreyesus – abbiamo detto di mettere in quarantena la politicizzazione della pandemia e di restare uniti perché il virus è veloce e uccide e può sfruttare le divisioni tra di noi”.

“Il nostro messaggio non riguarda nessun Paese in particolare ma riguarda tutto il mondo”,ha ribadito il direttore. “Il virus ha ancora molta libertà di movimento, la questione cruciale che tutti i Paesi affronteranno nei prossimi mesi è come vivere con questo virus: questa è la nuova normalità”.

Coronavirus, l’allarme Oms: oggi sono 6 mesi dalle prime segnalazioni di Covid

“Domani (oggi, ndr) sono sei mesi da quando l’Oms ha ricevuto le prime segnalazioni di un gruppo di casi di polmonite da causa ignota in Cina. L’anniversario di sei mesi dell’epidemia coincide con il raggiungimento di 10 milioni di casi di Covid-19 e 500 mila morti.

“È tempo per tutti noi – continua il direttore dell’Oms – di riflettere sui progressi che abbiamo fatto e le lezioni che abbiamo imparato, e raccomandare a noi stessi di fare tutto il possibile per salvare vite”.

“Sei mesi fa, nessuno di noi avrebbe potuto immaginare come il nostro mondo – e le nostre vite – sarebbero stati gettati in subbuglio da questo nuovo virus. La pandemia di Covid-19 ha messo in luce il meglio e il peggio dell’umanità.

In tutto il mondo – conclude – abbiamo assistito ad atti commoventi di resilienza, inventiva, solidarietà e gentilezza. Ma abbiamo anche visto segni di stigma, disinformazione e politicizzazione della pandemia”.

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