Si celebrano oggi i 40 anni di uno dei più misteriosi e drammatici incidenti aerei della storia d’Italia.
Il 27 Giugno 1980 un aereo partito da Bologna e diretto a Palermo, appartenente alla compagnia Itavia, cadde nel Mar Tirreno. Una tragedia che portò alla morte di tutte le 81 persone a bordo del velivolo, tra cui 13 bambini.
Un dramma che è rimasto profondamente scolpito nell’immaginario collettivo del nostro paese, anche perché a distanza di 40 anni, rimane il mistero su cosa sia accaduto a quell’aereo.
Oltretutto, un processo su questo incidente non si è mai tenuto, in quanto nella prima istruttoria, la strage fu addebitata a ignoti, concludendosi in seguito in un luogo a procedere nel 1999.
Eppure a distanza di 40 anni, i familiari delle vittime, che nel frattempo hanno costituito una loro associazione per chiedere giustizia e verità alle istituzioni, continuano a non arrendersi.
Ci sono troppe stranezze su questo incidente aereo che non sono mai state affrontate in maniera adeguata dalla politica.
Strage di Ustica, i depistaggi e le dichiarazioni di Cossiga
Su una cosa però gli inquirenti sono sempre stati d’accordo e non hanno mai mancato di denunciarla. Il fallimento delle indagini è stato certamente dovuto a un continuo depistaggio e inquinamento delle prove da parte di soggetti mai identificati.
D’altronde su questo aspetto, due Generali sono stati processati e ritenuti colpevoli. Ma al momento della loro condanna, il reato era già caduto in prescrizione.
L’ipotesi più accreditata rimane quella di un coinvolgimento nell’incidente di servizi francesi, libici e statunitensi. E d’altronde fu lo stesso ex Presidente della Repubblica Cossiga a sostenere questa tesi nel 2007, dichiarando che l’aereo era stato accidentalmente abbattuto da un missile francese.
Eppure nonostante le denunce della procura, è impossibile non intravvedere il velo di omertà che ha da sempre contraddistinto questa vicenda. Inoltre, come è sempre stato denunciato dai familiari delle vittime, non si sono mai approfondite molti aspetti emersi dall’Inchiesta priore.
Un’indagine che ha riguardato diverse morti sospette tra i vertici dell’esercito che sembravano possedere un collegamento diretto con i fatti di Ustica.
Dieci giorni fa però è accaduto qualcosa che potrebbe finalmente portare a delle nuove indagini.
Si è infatti riusciti ad ottenere una versione pulita dell’audio che riguarda le ultime parole dei piloti dell’aereo prima che perdessero il contatto con i radar.
“Guarda, cos’è?”. Parole che sembrano confermare la teoria di Cossiga secondo cui i due piloti si sono visti arrivare addosso un missile.
Resta però il fatto che oggi questa strage compie 40 anni, e tutto quello che si continua ad avere sono dichiarazioni come quelle di Cossiga, che sembrano suggerire una verità, senza però dare alla magistratura la possibilità di fornire ai familiari delle vittime una verità processuale degna di questo nome.
LEGGI ANCHE -> Alex Zanardi, l’ultimo post prima dell’incidente
LEGGI ANCHE -> Ritornano i vitalizi agli ex senatori, esulta solo la casta