Alle 18 il nuovo bollettino della Protezione civile. Sull’aumento dei casi nel nostro Paese peseranno i nuovi focolai alla Bartolini di Bologna, a Como e a Mondragone.
Peseranno i focolai di Bologna, Mondragone e da oggi anche Como, nella comunicazione dei dati sulla pandemia coronavirus in Italia, diramati dalla Protezione civile.
I numeri del 26 giugno: 259 i nuovi contagi e 30 i decessi nelle ultime 24 ore.
l numero totale dei casi dall’inizio dell’epidemia è arrivato così a 239.961. Il bilancio delle vittime è arrivato invece a 34.708, 30 in più rispetto a ieri quando i nuovi decessi erano stati 34, il giorno prima invece erano 30.
I guariti sono arrivati a 187.615, 890 in più rispetto a ieri quando erano in tutto. Le persone in terapia intensiva sono 105, stabile rispetto a ieri quando erano 103. In isolamento domiciliare ci sono ancora 16.177 pazienti mentre 1.356 sono ricoverati con sintomi. Attualmente i positivi sono 17.638.
Intanto tengono banco le dichiarazioni tutt’altro che rassicuranti del direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Ranieri Guerra.
Guerra: “Focolai attesi e inevitabili, simili alla Spagnola”
Dichiarazioni choc quelle di Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: secondo lui l’evolversi del coronavirus è simile alla malattia che, un secolo fa, causò tra i 50 e i 100 milioni di morti.
“Andò giù in estate e riprese ferocemente a settembre e ottobre”.
Sotto controllo il focolaio alla casa accoglienza di Como
“Massima prudenza e massima attenzione, ma la situazione è sotto controllo” alla piccola casa Ozanam, il rifugio che accoglie i senzatetto di Como indicata come uno dei focolai attivi di coronavirus dopo che è stata accertata la positività di sei ospiti, messi in isolamento in un’altra struttura.
“Nel periodo del picco della pandemia qui abbiamo registrato zero casi perché abbiamo preso provvedimenti molto stringenti fin dall’inizio, grazie all’attenzione dei nostri addetti e degli ospiti che hanno accettato una vita da reclusi – spiega all’AGI Franco Panzeri, uno dei consiglieri della storica realtà dell’accoglienza in riva al lago.
“Probabilmente il focolaio nasce da un caso arrivato dall’esterno, una persona che ha avuto un breve contatto e ha contagiato altre cinque persone che non hanno sintomi e stanno bene, sono state messe in isolamento per prudenza”, ha concluso.