L’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, ha deciso di chiudere i rubinetti ridimensionando stipendi e investimenti per la prossima stagione.
Fabrizio Salini, amministratore delegato della Rai, ha mantenuto le promesse, lo ha fatto in un cda in cui si sono discussi i nuovi palinsesti che saranno presentati definitivamente i primi di luglio.
Salini ha affermato la sua linea di tagli costi e «rinegoziazione nelle ipotesi di eccessiva onerosità sopravvenuta e per fattori non preventivabili, come la crisi economica e sanitaria in corso».
L’ad taglierà dunque i costi superflui e i compensi contro il buonsenso; razionalizzerà e armonizzerà l’offerta «valorizzando il più possibile le risorse interne, nel rispetto del pluralismo».
E qui subentra Fabio Fazio il cui compenso verrà ridimensionato. Secondo Il Sole 24 Ore il programma Che tempo che fa, attraverso la società L’Officina dello stesso Fazio, ha ricevuto 10,64 milioni di euro all’anno, per un totale di 64 puntate stagionali, per la stagione 2017-2018.
L’anno successivo la cifra sarebbe ‘scesa’ a 9,6 milioni. In questa somma sarebbero compresi poco più di 700 mila euro per i diritti del format versati a Fazio.
Al compenso che la Rai paga a L’Officina, vanno aggiunti altri costi per un totale, per ogni puntata della stagione 2018-2019 di 410mila euro che la Rai paga a L’Officina.
A dire il vero il rapporto professionale tra Fazio e la Rai avrebbe fatto salire i ricavi della casa di produzione da 3,83 milioni a 11,05 milioni nel 2018. Fazio è un bravo professionista, ma sul cachet c’è stato qualche problema in passato che continua nel presente.
La Rai che cambia
Quest’anno in Rai le ore autoprodotte saranno 380 in più rispetto all’anno scorso, su Raidue la produzione interna di programmi cresce dal 54% al 64%. Mentre Raitre conferma il 92% del palinsesto autoprodotto.
Oggi i centri di produzione di Roma, Milano, Torino e Napoli lavorano a pieno regime. E questa è un’altra buona notizia.
Un’altra novità è la fine del monopolio degli agenti di spettacolo che comandano sui palinsesti. Rispettando le linee-guida della Agcom e della Commissione Vigilanza, Salini ha fissato la nuova policy sugli agenti delle star.
Nello specifico «un singolo agente non potrà rappresentare più del 30% degli artisti di una stessa produzione e non potrà curare gli interessi di artisti di programmi da lui prodotti».
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