Guerrina Piscaglia è scomparsa il 1 maggio 2014, da allora non si hanno più sue notizie. Condannato padre Gratien Alabi con cui la donna aveva una relazione sessuale
Una vicenda tuttora avvolta nel mistero quella di Guerrina Piscaglia, donna scomparsa nel 2014 all’età di 50 anni da Ca’ Raffaello (frazione di Badia Tedalda) in provincia di Arezzo.
Tutto ha avuto inizio quando in paese è arrivato il padre congolese Gratien Alabi, che con la sua simpatia e la sua umiltà si è guadagnato fin da subito le grazie dei fedeli. Tra questi Mirko Alessandrini e sua moglie Guerrina Piscaglia. Lei le preparava i pasti e lui accompagnava in chiesa e a compiere varie visite.
Ben presto però la donna si invaghisce del sacerdote, che negli anni era caduto spesso in tentazione tanto da cercare la compagnia di suore, parrocchiane e addirittura prostitute. Guerrina probabilmente stanca della routine della vita matrimoniale si è lasciata andare alla passione, tanto da mettersi a dieta e tornare a truccarsi prima di uscire. Un cambiamento che era stato notato dalla piccola comunità toscana.
Lui però preso anche da altre storie cercava di allontanarla, anche perché la loro relazione stava diventa abbastanza nota, tanto da giungere alle orecchie del vescovo di Arezzo. La Piscaglia però aveva parlato al suo amante di una presunta gravidanza. Vista la situazione poteva trattarsi di un escamotage per trattenere a sé il prete, di cui era follemente innamorata.
Guerrina Piscaglia: la scomparsa e il processo per omicidio a carico di padre Gratien Alabi
Il 1 maggio del 2014 Guerrina manda un messaggio a Gratien con scritto: “Vengo da te, ti preparo il coniglio e poi facciamo l’amore”. Un sms a cui risponde in maniera fredda e distaccata per cercare di dissuaderla, ma poi accetta di incontrarla. Da quel momento in poi, non ci sono state più notizie di Guerrina.
Il marito Mirko e il figlio Lorenzo si allarmano non vedendola tornare e dopo alcuni giorni ricevono dei messaggi piuttosto frammentari sul suo ritorno a casa, che di fatto non avverrà mai. Emerge però un particolare di non poco conto: ogni volta che la donna si fa viva, il suo cellulare è agganciato alla stessa cella di quello di Gratien.
Dopo un anno di indagini, l’ecclesiastico viene arrestato con l’accusa di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Il sacerdote si professa innocente ed estraneo ai fatti e ha affermato a più ripreso di essere stato incriminato per razzismo. Ma ciò non gli basta per evitare la condanna a 27 anni di reclusione, poi ridotti a 25 in appello. Il movente del delitto sarebbe stato la voglia di sbarazzarsi della donna, che per forza di cose stava diventando scomoda.
Il caso è tornato in auge negli ultimi tempi per il ritrovamento di alcune ossa in una grotta situata a pochi chilometri da Badia Tedalda. Gli esami dei Ris di Roma hanno stabilito che i resti appartenevano ad un grosso mammifero. Dunque, rimane l’arcano su dove possa essere il corpo di Guerrina.
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