Quindici pazienti a rischio coronavirus insieme a tutte le persone che li hanno incontrati nell’ultimo mese. A Firenze un caso positivo in struttura Asl.
Dopo Roma, Firenze. C’è il timore di un possibile focolaio all’interno di una struttura psichiatrica gestita dall’Asl Toscana centro, alle Oblate.
Una paziente ricoverata, ieri mattina è risultata positiva al tampone per Covid e immediatamente sono scattate le misure di prevenzione del contagio. Il timore è che da un caso isolato si passi a un focolaio ospedaliero di coronavirus, date le caratteristiche della struttura e la necessità continua di contatti ravvicinati con gli ammalati.
Non sono stati trasferiti i pazienti, 15 dei quali, avendo avuto rapporti stretti con la donna sono stati sottoposti a indagine sierologica: in base ai risultati, in caso di positività, sarà fatto il tampone.
Il test sierologico è stato effettuato anche a tutto il personale sanitario, 32 operatori tra medici, infermieri e oss, che erano stati in contatto ravvicinato con la contagiata. Bloccati i nuovi ingressi nella struttura psichiatrica, in attesa di ciò che emergerà dalla ricerca sugli anticorpi.
Tutti in quarantena
Alcuni infermieri, attualmente in ferie, sono stati raggiunti nei luoghi di vacanza, in Sardegna e in Calabria, dove dovranno rispettare il periodo di isolamento domiciliare, segnalando la loro presenza alle autorità sanitarie per il servizio di sorveglianza attiva.
La struttura delle Oblate, ovviamente, è stata sanificata ma l’episodio ha comunque messo in agitazione i familiari dei ricoverati, tutti pazienti fragili, alcuni accompagnati nelle ultime fasi della vita.
Al momento della verifica diagnostica è scoppiato il caos nel reparto psichiatrico: sulle prime, le indicazioni arrivate prevedevano che tutti i ricoverati fossero trasferiti in altra struttura. E che tutti i contatti stretti fossero sottoposti a tampone. Poi è cambiato tutto.
La paziente, infatti, era guarita da una polmonite da coronavirus per la quale era stata ricoverata ai Fraticini: la conferma della guarigione virologica era avvenuta con verifica del doppio tampone negativo.
Ieri, come racconta La Nazione, la donna era stata nuovamente sottoposta al test diagnostico, solamente perché doveva essere trasferita in una residenza sanitaria. La nuova positività ha colto tutti impreparati.
La domanda che si è posta il personale dell’ufficio di igiene intervenuto per l’indagine epidemiologica, ricostruendo a ritroso tutti i contatti stretti della paziente positiva, è se quella donna sia ancora contagiosa.
Ma la comunità scientifica non fornisce ancora risposte certe.
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