Come quasi promesso, la statua di Indro Montanelli è stata imbrattata da ignoti con tanto di scritta diffamante. I Sentinelli avevano avvisato il sindaco di Milano.
Nessuno ha visto chi è stato, oppure sono tutti complici. Era sabato, i giardini erano affollati. Sulla statua di Indro Montanelli i vandali hanno dovuto arrampicarsi per versare la vernice, e poi scappare.
Sull’onda delle proteste anti razziste nate dopo la morte in America di George Floyd, ora è di moda distruggere o almeno imbrattare le statue di quei personaggi che nel corso della loro vita potrebbero avere commesso uno o più gesti di razzismo.
Una scelta anarchica e mondiale. In Italia i ‘capi’ di questa protesta si chiamano i Sentinelli, dove per sentinelli si cela l’ambizioso compito di decidere chi merita rispetto e chi no.
Nei giorni scorsi avevano scritto una lettera al sindaco di Milano, Beppe Sala, che più che un appello a rimuovere la statua di Montanelli, sembrava un avvertimento, o un presagio visto come sono andate le cose.
La statua di Montanelli imbrattata
Sono stati usati almeno cinque barattoli di vernice rossa. Sono serviti ai vandali per cospargere la statua di Indro Montanelli e farla colare sulla testa, sul busto, sugli arti come sangue.
E poi due bombolette di spray di colore nero. Spray utilizzato per scrivere alla base del monumento, nei giardini tra le vie Palestro e Manin intitolati al giornalista e scrittore, due parole che sono la firma degli esecutori: «Razzista stupratore».
Del caso si sta occupando la Digos. Un blitz che potrebbe avere avuto numerosi testimoni ed esser stato ripreso dalle telecamere anche se per adesso tutto tace. L’indagine potrebbe non essere velocissima.
Quello che è certo è che si sia trattata di un’azione premeditata. Fino a ieri sera, nessuno ha rivendicato il blitz. Erano giorni che si parlava della statua, in seguito alla richiesta dei Sentinelli, che sostengono di battersi per i diritti, di rimuovere il monumento in relazione al passato colonialista di Montanelli: in Abissinia da giovane militare, sposò e convisse con una minorenne.
Fra i primi a intervenire dopo l’accaduto, il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana: «Proprio non ci siamo. L’odio, la cattiveria e l’astio sono sempre più dominanti sul confronto civile e democratico. C’è da preoccuparsi seriamente».
Anche l’Anpi condanna l’accaduto. Roberto Cenati è la guida dell’associazione milanese. Rimane fermo sulla posizione già espressa, un invito ad analizzare l’intera vita e la professione del giornalista: «Nessuno vuole difendere quel passato. Ma ricordo che il monumento a Montanelli è stato costruito a pochi passi da dove fu gambizzato dai brigatisti.
Le mosse dei Sentinelli avevano seguito le proteste americane dopo l’assassinio di George Floyd. Negli States è stata abbattuta la statua di Edward Colston, un mercante di schiavi, e allo stesso tempo aveva subìto oltraggi il monumento a Winston Churchill.
Un attacco in ordine sparso, ora anche in Italia. In nome di un antirazzismo che diventa a sua volta razzismo verso chi non è ‘degno’.
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