Il ministro Bonafede in ansia per la puntata di Non è l’Arena

Ospite della puntata di Non è l’Arena il 14 giugno, il pm Nino Di Matteo, il magistrato che mise in imbarazzo il ministro della Giustizia proprio su La7, da Giletti.

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in ansia per la nuova puntata di Non è l’Arena. Anche perchè fonti vicine al giornalista Massimo Giletti, svelano che anche questa volta ci saranno rivelazioni eclatanti.

Ospite del conduttore torinese sarà il magistrato Nino Di Matteo che qualche giorno fa disse: “io vivo una vita blindata da 15 anni, mi muovo con 15 uomini intorno che controllano ogni mio movimento.

Sulla mia testa pende una condanna a morte mai revocata di Riina. Collaboratori attendibili continuano a dire che per me l’esplosivo era già pronto. Faccio il magistrato e con tutto quello che ho fatto nel mio lavoro sapevo e so che non devo chiedere niente».

Di Matteo in un’altra puntata, al telefono, accusò il Guardasigilli grillino di aver rivisto la sua candidatura alla presidenza del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria perché scomoda ai boss mafiosi.

L’intervista di questa sera – prova ad anticipare Dagospia – avrà come tema principale la riflessione sulle attuali ferite e sui mali endemici della giustizia. Giustizia messa a nudo dal caso Palamara, ex presidente dell’Anm, accusato di corruzione dalla Procura di Perugia.

Bonafede e le scarcerazioni

Massimo Giletti (fonte da gettyimages)
Massimo Giletti (fonte da gettyimages)

Nella nuova puntata di Non è l’Arena, Massimo Giletti proverà a lanciare un nuovo scoop, un nuovo caso cui parlare nei giorni a venire, come è successo dopo la telefonata della toga Di Matteo.

Bonafede deve fare i conti anche con un altro problema: la scarcerazione dei boss mafiosi avvenuta per far fronte al coronavirus, una scelta che ha immediatamente provocato le peggiori accuse da opposizione e maggioranza senza distinzione.

Il Guardasigilli si era affrettato a scrivere un nuovo provvedimento in merito alle scarcerazioni che ha riporato alcuni pericolosi detenuti in carcere.

Ma la maggior parte sono ancora fuori, ai domiciliari, e tra loro si nascondono alcuni boss, primi fra tutti Pasquale Zagaria.

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