Rivolta alla Camera dopo che il gruppo Pd, capitanato da Laura Boldrini, si è inginocchiato per commemorare George Floyd. E tutti gli altri morti?
“Io mi inginocchio per i miei ospiti che non hanno soldi per mangiare e non hanno mai ricevuto un solo euro dal governo“. Così ieri sera Mario Giordano ha aperto la puntata di ‘Fuori dal coro’.
Il riferimento era a quanto si è visto nel pomeriggio alla Camera, dove Laura Boldrini e il gruppo Pd si sono inginocchiati per commemorare George Floyd.
Geroge Floyd, capite? Un uomo che merita il massimo rispetto, sia chiaro, così come merita rispetto chi manifesta contro il razzismo. Ma come dimenticare i tanti morti, italiani, per i quali nessuno si è mai inginocchiato?
Il primo a protestare per la ‘sceneggiata’ della Boldrini, è stato Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia. “Quella messa in atto ieri dalla collega Laura Boldrini e da altri deputati del Pd che in Aula si sono inginocchiati in memoria di George Floyd, è una sceneggiata che squalifica anche la stessa lotta al razzismo.
In Parlamento non ci si inginocchia – ha continuato – l’Istituzione deve restare in piedi sempre. Nessuno, inoltre, a sinistra si era mai inginocchiato per la morte di Pamela, per quelle delle Forze dell’ordine o per i tanti italiani che si stanno togliendo la vita per la grave crisi economica dovuta al Covid-19.
In ginocchio per George Floyd, e per tutti gli altri?
Non esistono morti di serie A o serie B. La replica della Lega è affidata a Paolo Formentini. “Ieri siamo rimasti basiti. Ma un conto è condannare in modo inequivocabile il razzismo e la morte violenza di George Floyd, condanna alla quale ci uniamo.
Un altro è dire, come ha fatto Boldrini, che le manifestazioni si sono svolte con tranquillità, perché non è vero. Basta ricordare le devastazioni e le violenze che abbiamo visto nelle varie città degli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd”.
La Boldrini non l’abbiamo vista inginocchiarsi per Antonio Nogaro, suicida per la crisi del coronavirus. Nè per Desirée Mariottini, 16 anni, drogata, stuprata da vergine in un posto pieno di siringhe ed escrementi e infine uccisa da spacciatori africani nel quartiere romano di San Lorenzo.
E non l’abbiamo vista – ma forse eravamo solo distratti – inginocchiarsi per Pamela Mastropietro 18 anni, drogata, stuprata, presa a coltellate, sezionata mentre era ancora viva e poi abbandonata fatta a pezzi in due valigie sul ciglio della strada dal nigeriano Innocent Oseghale.
Nessun pugno akzato o ginocchia per terra per Ermanno Masini, Daniele Carella, Alessandro Carole’, massacrati dalle picconate del ghanese Adam «sentivo le voci» Kabobo, né per Stefano Leo, sgozzato a Torino dall’egiziano Said perché italiano, per «togliergli tutte le sue idee, il suo futuro, le promesse e l’amore dei genitori».
Nessuno alla Camera è rimasto in silenzio per 8 minuti e 46 secondi per poi gridare «I can’t breathe» (non riesco a respirare) per David Raggi, a cui Amine Assoul detto Aziz ha tolto il respiro per sempre, sgozzandolo con un coccio di bottiglia.
E che dire dei morti per il crollo del ponte Morandi? Quanti si sono inginocchiati in Parlamento? E tanti morti ci sarebbero ancora da elencare, ai quali nessuno ha mai offerto un tale spettacolo.
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