Un editoriale al veleno quello del direttore di Libero, Vittorio Feltri. Nelle sue parole, il disprezzo per chi oggi attacca in continuazione la Lombardia.
Vittorio Feltri attacca chi attacca. In un suo editoriale al vetriolo, il direttore di Libero si scaglia contro chi in questi giorni denigra la Lombardia.
Pare che l’odio sia il sentimento più diffuso nella stagione in corso – inizia l’editoriale –almeno a giudicare dalle manifestazioni che si susseguono e agli articoli che imbrattano e infestano i giornali che vanno per la maggiore.
Anche una piazza di Roma si è riempita di sfaccendati che si dichiaravano antirazzisti. Forse si riferivano alla polizia americana che ama uccidere i neri e non disdegna di far fuori anche i bianchi, purché anziani, spintonandoli e facendoli cadere in modo che sbattano la testa a terra e restino secchi.
Vittorio Feltri ricorda agli anti razzisti che gli Stati Uniti non sono la Lombardia: “è successo negli Stati Uniti e non a Varese, ma i nostri baldi giovani protestatari si incavolano lo stesso come se Trump fosse tipo da intimidirsi davanti a qualche centinaia di scalmanati nostri connazionali”.
Poi Fletri fa una riflessione: “da quando è di moda inveire contro chi cova odio non si è mai odiato tanto. I più accaniti avversari dell’odio sono proprio coloro che ne nutrono una quantità da vendere. Odiano i leghisti che vorrebbero governare il fenomeno della immigrazione”.
“Odiano i fascisti immaginari”
Odiano i fascisti immaginari – continua nel suo editoriale Vittorio Feltri – odiano il mercato. Odiano le imprese. Odiano il capitalismo. Si alzano la mattina e subito si chiedono: oggi chi devo odiare?
“Trovano sempre un bersaglio, sono infallibili nel cogliere in pieno gli odiati nemici con i loro strali intinti appunto nella rabbia sociale. Ultimamente è trend odiare la Lombardia e per estensione i lombardi”.
Questa regione – conclude Feltri – pilota viene dipinta quale serbatoio di assassini che puntano soltanto a guadagnare quattrini, sottraendoli alla brava gente del Sud, così tenera e sensibile da abbandonare il dolce Mezzogiorno per venire qui ad arricchire col suo lavoro una genia di farabutti e sfruttatori di uomini miti e colti.
Milanesi, bresciani e bergamaschi sono considerati dei buzzurri capaci solo di speculare. Il capofila dei quotidiani che ritengono la Lombardia una stalla di somari, italiani indegni, è il Fatto di Travaglio, lui che è piemontese ed è quindi un coinquilino dei lombardi.
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