Calano i nuovi positivi per coronavirus e il premier Conte parla di numeri incoraggianti che ci restituisconmo il sorriso. L’Austria dice ancora no agli italiani.
“Numeri incoraggianti” – la prime parole del premier Conte dopo il bollettino quotidiano diramato dalla Protezione civile il 3 giugno.
In Italia da quando tutto è iniziato, hanno contratto il coronavirus almeno 233.836 persone, con un incremento di 321 nuovi casi. Di questi, 237 sono lombardi, pari al 74%.
Nelle ultime 24 ore si contano altri 71 decessi con Covid-19, per un totale di 33.601 vittime. Gli attualmente positivi sono 39.297, con una decrescita di 596 assistiti in un giorno. Secondo la Protezione civile, 353 pazienti sono in terapia intensiva (-55) e 5.742 sono ricoverati con sintomi (-174).
In isolamento, con o senza sintomi, si trovano 33.202 npazienti, pari all’84% degli attualmente positivi. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale a 160.938 (+846).
“I dati sono incoraggianti”, spiega il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, “ci meritiamo il sorriso, l’allegria, dopo i sacrifici”. I dati della curva, illustra in diretta tv alla nazione, “ci dimostrano che i sistemi che abbiamo preso stanno funzionando. E sta funzionando il fatto di procedere con riaperture progressi”.
A proposito di riaperture: l’Austria dice ancora no
L’Austria chiude ancora agli italiani con un nuovo monito che la esclude, per il momento, dall’elenco dei sette Paesi confinanti ai quali il cancelliere Sebastian Kurz riapre invece i confini.
Una decisione che ha provocato la dura reazione da parte del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e fa salire la tensione tra Roma e Vienna, mentre l’Unione europea invita a evitare discriminazioni in base alla nazionalità.
I cittadini di Germania, Svizzera, Liechtenstein, Slovenia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca sono liberi di viaggiare senza controlli “come prima del coronavirus”, ha annunciato il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg ma “i dati non lo consentono invece con l’Italia”.
Poi la precisazione “non è una decisione contro l’Italia” e che il governo austriaco effettuerà una nuova valutazione la prossima settimana perché “l’obiettivo resta la riapertura appena i dati lo consentiranno”.
“Sono decisioni discriminatorie che non ritengo accettabili”, è stata la risposta secca del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che si è chiesto se l’Italia paradossalmente si trovi a “pagare il prezzo di una grande trasparenza”.
“Gli individualismi violano lo spirito comunitario e danneggiano l’Europa e il mercato unico“, è la reazione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
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