La Iena Roberta Rei indaga sulla morte di una ragazza di 27 anni, che attendeva un trapianto di polmone in una clinica del novarese. Gaia è morta di Covid?
La ragazza si trovava in una clinica del novarese, una delle zone piu colpite dal coronavirus: era tutto pronto per il trapianto, doveva solo aspettare e fare fisioterapia: ma da quella clinica non è mai uscita.
A fine marzo, in piena emergenza Covid, alla Maugeri di Veruno viene aperto un reparto per curare pazienti positivi al coronavirus e Gaia, proprio in quei giorni, inizia ad avvertire strani sintomi, stordimento, tremori.
La ragazza, in alcuni audio messaggi inviati alla zia Sissy, lamenta di sentirsi sempre peggio e di essere stata spostata in un altro reparto, dove ad attenderla non c’era la postazione dell’ossigeno, quindi rischiava una grave crisi respiratoria.
Gaia racconta alla zia di stare sempre peggio, con una febbre che non accenna a sparire, la zia prova a chiamare la clinica, ma nessuno avrebbe mai risposto. Gaia si fa sentire sempre meno, sta male. “Scusa zia se non mi sono fatta viva, sono sfinita, ho vomitato l’anima”, racconta in un vocale inviato dal suo letto.
Il 20 marzo è l’ultima volta che Sissy sente la voce di Gaia: “Zia facciamo un gioco?”, chiede la ragazza, nonostante abbia solo un filo di voce. Da quel momento Gaia non si connette più al cellulare.
Il 21 marzo Sissy riceve una chiamata drammatica dai sanitari: “La stiamo intubando, stiamo cercando di salvarle la vita”. Venti minuti dopo un’altra telefonata annuncia la morte di Gaia.
Sissy sporge denuncia ai carabinieri e dopo qualche giorno viene chiamata dai militari, che le avrebbero detto che Gaia era risultata positiva al tampone del Covid-19, sulla base di un accertamento disposto dalla procura.
Sissy nel frattempo era già andata a dare l’ultimo saluto a Gaia, e avendo ricevuto una mail dal direttore della struttura che le spiegava che per le esequie non occorreva seguire procedure particolari, non aveva adottato nessuna precauzione.
“L’ho toccata, le ho dato il bacio, l’avremmo fatto tutti”, racconta Sissy che quel giorno, nella camera mortuaria, ha rischiato di contagiarsi. Dopo che l’autopsia sul corpo della ragazza è stata negata per la positività al Covid, la clinica, secondo quanto racconta Sissy, non avrebbe più dato notizie su dove si trovasse il cadavere di Gaia.
“Ho chiesto se potesse essere stata sepolta senza il mio consenso e mi hanno risposto di sì. Ho temuto fosse finita in una fossa comune” racconta Sissy. Solo dopo 40 giorni di straziante attesa avrebbe ricevuto, leggendolo su un quotidiano online, la notizia dai giornali che il corpo di Gaia si trovava ancora presso la camera mortuaria della clinica Maugeri di Veruno.
Gaia è stata infettata dal Covid nella clinica? E a causa di carenti misure di contenimento e protezione? Roberta Rei incontra un paziente che era ricoverato in clinica durante la permanenza di Gaia, e che racconta che il personale si sarebbe avvicinato ai pazienti senza nessuna protezione.
“Un’infermiera mi ha dato un bacio in fronte”. Una circostanza, quella dell’assenza di mascherine, che sarebbe stata confermata, a camera nascosta, anche da un’infermiera della clinica.
Le Iene raccolgono la testimonianza anonima di una dottoressa, che lavorava in un’altra clinica del gruppo Maugeri, lo stesso a cui appartiene la clinica di Veruno dove è morta Gaia: “Facevamo riabilitazione ma non eravamo strutturati per le emergenze” racconta “ma ai primi di aprile hanno aperto un’unità Covid. Per il Covid non ci hanno minimamente formato.
Come è possibile che Gaia abbia preso il coronavirus se non usciva da mesi? E la clinica Maugeri di Veruno ha fatto il possibile per proteggerla? il direttore sanitario della Maugeri di Veruno, Gianluca Avanzi:
“L’autorità giudiziaria ha messo sotto sequestro la salma e noi siamo allineati con tutto quello che deciderà. Se è vero o non è vero che non abbiamo mai risposto alla zia di Gaia, lo stabilirà l’autorità giudiziaria. Quando finirà l’indagine io risponderò umanamente”.
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