L’abbraccio del presidente Mattarella con Codogno è commovente

Il presidente della repubblica Sergio Mattarella si è recato a Codogno, lì dove è iniziata la pandemia che ha segnato l’Italia intera.  

“Siamo stati testimoni di azioni di altruismo, si è manifestato un patrimonio morale presente nel nostro Paese, spesso sommerso, che va esaltato”. Da lì, dove è iniziato tutto, tutto dovrà ricominciare. E le parole del presidente Mattarella commuovono.

Il presidente festeggia i 74 anni della repubblica rendendo omaggio ad una città martoriata dalla pandemia di coronavirus: Codogno. “Ora è il tempo in cui tutti dobbiamo lavorare per il nostro Paese” – ha detto.

La folla ha aspettato l’arrivo di Mattarella con la solita sobrietà che la contraddistingue. Nessun assembramento, e dove poteva sembrare che le persone fossero troppo vicine tra loro, c’erano comunque le mascherine a proteggerle.

Tutti avevano la mascherina: da queste parti non si scherza con gli aperitivi, da queste parti si sono spezzate intere generazioni uccise dal Covid.

Mattarella e il governatore della Lombardia

Il Presidente della Repubblica era accompagnato dal governatore lombardo Attilio Fontana, dal sindaco di Codogno e dai sindaci della ex zona rossa del Lodigiano.

Qui, il 21 febbraio scorso sono cambiate le sorti dell’Italia, con la scoperta di quello che per molto tempo si è creduto il paziente uno, Mattia, dirigente della Unilever arrivato in condizioni critiche al pronto soccorso del nosocomio del comune lodigiano.

Prima dell’intervento del capo dello Stato, ha preso la parola il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, che ha ricordato i momenti drammatici subito dopo la scoperta del primo caso, e i momenti del lockdown, annunciando che il 21 febbraio sarà il giorno indicato per ricordare le vittime. Il primo cittadino ha detto: “ci auspichiamo diventi il giorno nazionale”.

Poi ha preso la parola il governatore della Lombardia Attilio Fontana.

Oggi intervengo con grande commozione e con partecipazione per la festa della Repubblica. Settantaquattro anni oggi dal giorno in cui gli italiani fecero la Storia del nostro Paese. Il 20 febbraio scorso la Storia è nuovamente mutata.

Un male ha travolto la vita delle nostre donne e dei nostri uomini – ha detto Fontana – La Lombardia per prima ha sofferto le conseguenze dell’epidemia e pagato un prezzo più alto in termini di vite umani. Abbiamo contato troppe vittime, e dobbiamo ricordare i loro parenti, per fargli arrivare il nostro cordoglio.

Ma dobbiamo anche ricordare le migliaia di malati curate con indicibile attenzione – ha continuato il governatore – Con la forza e la determinazione dei nostri medici, insieme a coloro che ci hanno aiutato dall’estero. Grazie per l’affetto che hanno dimostrato”.

“Il Presidente Mattarella – ha concluso Fontana – si è sempre impegnato personalmente per sapere come procedesse l’emergenza. La condivisione deve essere il motore di un Paese unito pur nelle sue differenze. Dobbiamo continuare ad amare il nostro territorio e la nostra Italia. Viva la Lombardia e viva l’Italia”.

Mattarella: “grazie anche a tutti i volontari”

Vorrei chiedere di rinnovare il mio ringraziamento ai concittadini dei sindaci della zona rossa del Lodigiano per la serietà dei sacrifici. Il ringraziamento si estende anche ai cittadini di Vo’ Euganeo” ha detto Mattarella.

Ringrazio quanto fatto dal volontariato spontaneo.- ha sottolineato – la celebrazione del 2 giugno ha luogo quest’anno qui, a Codogno, e idealmente in tanti altri luoghi in cui il dolore ha colpito il nostro popolo, dove conto di recarmi. In questi luoghi si ritrova oggi la Repubblica.

Da Codogno – prosegue il presidente – vogliamo ribadire i valori della Costituzione, ricordando i concittadini morti per il Covid e rinnovando solidarietà a famigliari e comunità. Questi vuoti sono ferite che possiamo tentare di ricucire soltanto con il ricordo. Ricordandoli tutti. Questa visita assume anche i significato di auguri a coloro che stanno lottando per guarigione, e mi consente di rinnovare la riconoscenza della repubblica a quanti si sono prodigati per curarli e assisterli senza domandarsi chi fossero, senza chiedere da dove venissero e che idee professassero.

Non va dimenticato – continua Mattarella – quanto hanno fatto con generosa abnegazione tutti i rappresentati del personale sanitario che ha contrastato l’epidemia. Molti sono rimasti vittime del loro senso del dovere”. “Non ci sono parole adeguate per esprimere la riconoscenza che meritano. Siamo stati testimoni di azioni di altruismo, si è manifestato un patrimonio morale presente nel nostro Paese, spesso sommerso, che va esaltato.

Il sommerso del bene che l’ha fatto prevalere affinché caratterizzi in modo positivo la ricostruzione della nostra società. Questo è il tempo dell’impegno che non lascia spazio a polemiche e distinzioni, tutti siamo chiamati a lavorare per il nostro Paese, ognuno nella sua parte.

In questa visita breve a Codogno, oggi,  – ha concluso il presidente – come poche ore fa a Roma, è presente l’Italia della solidarietà e del coraggio. In una continuità ideale in cui celebriamo ciò che tiene unito questo Paese. Da qui vogliamo ripartire. Grazie ai sindaci, ai governatori e ai nostri concittadini per l’esempio che hanno dato all’Europa e al mondo”.

Il Presidente della Repubblica ha poi posto una corona di fiori al cimitero del paese.

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