Un’altra tragedia nei cieli di Roma. Dopo lo schianto nel fiume Tevere, un altro ultraleggero precipita causando due vittime molto conosciute.
Erano accomunati da due grandi passioni: il nuoto e il volo. Erano promesse del nuoto azzurro e quando potevano si recavano alla scuola di volo per provare l’ebbrezza di un ultraleggero nei cieli di Roma.
Il dolore di Barelli, presidente Federnuoto: «Oggi era giornata libera dagli allenamenti, non sapevamo avessero deciso di andare a volare».
A pochi giorni dal velivolo biposto inabissato nel Tevere a Roma, un ultraleggero con a bordo i due giovani è precipitato ieri pochi secondi dopo il decollo a Nettuno, a poca distanza dalla Capitale.
Per i due atleti non c’è stato nulla da fare. Dopo lo schianto il piccolo aereo si è incendiato e in pochi istanti è stato completamente avvolto dalle fiamme. Le due vittime, il pilota Gioele Rossetti, 23 anni romano e il passeggero Fabio Lombini, 22enne di Castrocaro Terme, erano atleti della Fin: Lombini era stato finalista agli europei di vasca corta a Copenaghen.
“Fabio sognava le Olimpiadi”
«Fabio era arrivato ad Ostia da tre giorni per allenarsi, sognava le Olimpiadi. Gioele era un pilota esperto, sono sconvolto», ha detto presidente della Federnuoto Paolo Barelli. «Fabio era arrivato a Ostia per allenarsi da tre giorni e aveva una giornata libera, il suo sogno era la convocazione per i prossimi Giochi.
Gioele era un pilota esperto anche se giovane. Sono sconvolto». «Fabio – racconta ancora all’Ansa Barelli – aveva ripreso gli allenamenti proprio al centro federale di Ostia dove era arrivato da tre giorni con il suo tecnico Alessandro Resch per nuotare con altri atleti azzurri seguiti da Stefano Morini.
Oggi, domenica, era giornata libera dagli allenamenti e lui era uscito presto, verso le 8. Si è saputo poi dove assieme all’amico Gioele era andato».
Nei prossimi giorni verrà effettuata l’autopsia sui corpi dei ragazzi. Nel frattempo l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un’inchiesta sull’incidente.
Quello di ieri è il secondo incidente avvenuto nei cieli del Lazio in pochi giorni. Lunedì pomeriggio poco dopo il decollo dall’aeroporto dell’Urbe un velivolo biposto, con a bordo istruttore e allievo, è finito nel Tevere scomparendo nelle sue acque.
L’istruttore che ha tentato una manovra di ammaraggio è riuscito a mettersi in salvo, uscendo in tempo dal velivolo prima che si inabissasse. Purtroppo per l’allievo non c’è stato nulla da fare. Il corpo del 22enne Daniele Papa è stato recuperato il giorno dopo dai soccorritori.
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