Manifestanti sotto la Regione chiedono le dimissioni di Fontana e Gallera. Una protesta spontanea di cittadini nata senza il supporto dei partiti. Eppure.
I cittadini scendono in piazza per protestare contro il presidente della regione Lombardia, Fontana, e contro l’uomo delle mille apparizioni televisive: l’assessore al Welfare, Gallera.
Un flash mob partito spontaneamente con un tam tam sui social, che non aveva nessun supporto politico. Ma al Pd è capitato di unirsi ai manifestanti.
“Dimissioni”, “Ora a casa restateci voi” e “Fontana dorme tranquillo noi no”: sono alcuni dei cartelli comparsi tra le mani dei manifestanti che ieri hanno dato vita alla protesta all’esterno della sede della Regione.
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Nessun simbolo di partito ma solo cittadini di tutte le età: “Le conseguenze delle cose fatte sono sotto gli occhi di tutti e sono ecatombe”, ha detto uno degli organizzatori.
Circa cento persone si sono radunate sotto Palazzo Lombardia per protestare contro la gestione dell’emergenza Covid in regione.
La questione non è che un normale cittadino iscritto ad un partito qualsiasi possa o meno partecipare ad una protesta, ma forse in un momento come questo, i partiti farebbero meglio a mettersi da parte, altrimenti si rischia sempre di pensare che le proteste abbiano una matrice anti Lega, e non un cuore pulsante dei cittadini.
Tra i presenti c’erano alcuni rappresentanti del Pd: i consiglieri regionali Pietro Bussolati e Paola Bocci, il consigliere comunale Carlo Monguzzi e la segretaria PD Milano Metropolitana Silvia Roggiani.
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“Le cose sono andate così perché sono state fatte delle scelte e le conseguenze delle cose fatte sono sotto gli occhi di tutti e sono ecatombe – ha detto al megafono Gea Scancarello, tra i promotori dell’iniziativa – il problema non è la movida né l’indisciplina dei cittadini, il problema sono loro, e lo sono ogni giorno di più”.
Tra i presenti anche l’europarlamentare del Pd Pierfrancesco Majorino che ha detto: “La manifestazione di oggi è una dimostrazione bellissima d’amore verso la Lombardia. Chi la vuole salvare non può che gridare la sua indignazione nei confronti di Fontana e soci”. Ecco, appunto: niente politica.
“È doveroso interrogarsi sulle responsabilità di chi ha gestito l’emergenza coronavirus e sull’adeguatezza di queste persone al compito a cui sono preposte. La tragedia e il dolore collettivo ce ne danno obbligo morale”, si legge nel comunicato pubblicato su Facebook alla pagina Distanti ma non assenti.
“Le scelte relative alle Rsa, la mancata trasparenza sui numeri, la confusione tra dimessi dagli ospedali e guariti dal virus, l’assenza di test e tracciamento nella fase più acuta dell’emergenza come in quella attuale e la carenza di dispostivi sanitari (mascherine) compongono un lungo elenco di errori, omissioni e superficialità di cui l’assessore deve rendere conto, senza rifugiarsi nel consueto refrain dell’«attacco politico contro la Lombardia».
Al contrario, infatti, chiedere conto all’assessore dell’operato significa difendere la Lombardia e i suoi cittadini”.
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