Albano, si è lasciato andare ad un lungo sfogo vista la situazione post quarantena che anche lui si ritrova a vivere soprattutto dal punto di vista economico.
Il cantante di Cellino San Marco si è lasciato andare ad un lungo sfogo nella sua intervista rilasciata per il settimanale Diva e Donna, circa la situazione che anche lui si trova a vivere dopo la fine della quarantena.
Come tutti quanti, anche per lui è un momento di stop dal punto di vista lavorativo che alla lunga potrebbe creare qualche problema. Ecco le sue parole.
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Albano, il cantante si lascia andare allo sfogo: “Vado avanti un solo anno”
Albano, il cantante di Cellino San Marco che da poche settimane ha annunciato la sua reunion sentimentale con Loredana Lecciso, si è lasciato andare ad un lungo sfogo nella sua recente intervista.
“Ho solo uscite, nessuna entrata. Limando qua e là, con le giuste accortezze, vado avanti un anno. Chi si fida a prendere un aereo, ad andare per il mondo con questo dannato virus in giro! Con costi poi che sono una sperequazione! Però non capisco perché la musica leggera sia sempre considerata la Cenerentola dello spettacolo. Trovano contributi per tutti, ma non per chi fa il nostro lavoro” sono queste alcune delle parole del cantante.
Anche lui ovviamente si trova ad affrontare le conseguenze del post quarantena a causa del Coronavirus, che al momento ha bloccato tantissime possibilità lavorative per tutti gli italiani.
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Le sue preoccupazioni vanno anche alle famiglie di tutte le persone che lavorano con lui e ammette: “Venti fisse e un’altra ventina e più che ruotano. Alla fine sono 50 famiglie senza reddito. Poi ci sono le persone che di solito lavorano qui a Cellino. E vedremo quando a settembre dovremo fare la vendemmia o quando ci sarà la raccolta delle olive come faremo”.
Ma non è ancora tutto, l’artista si è trovato anche in difficoltà con le riaperture delle sue attività ristorative come lui stesso ha dichiarato: “Chiuso l’albergo, chiuso il ristorante. Lei ha letto tutte le norme per riaprire? La spesa non vale l’impresa e poi finirebbe per assomigliare tutto ad un ospedale. E un ristorante non può sembrare un ospedale”.