In cosa consiste il Bonus ristrutturazione edilizia 2020? Quali categorie possono farne richiesta? In cosa consiste l’ecobonus al 110%? Andiamo a vedere tutti i dettagli di questo strumento di agevolazione
Una misura di sostegno del nuovo Decreto Rilancio che merita una menzione particolare, è quella riguardante il Bonus Ristrutturazione 2020. Non è altro che una proroga di quello già emanato nel 2019. Come si può evincere dal nome del provvedimento si tratta di aiuto per gli interventi di ristrutturazione edilizia. Vediamo in che che modo i cittadini vengono aiutati quando hanno intenzione di iniziare dei lavori presso la propria abitazione.
Ecobonus al 110%
Sono molteplici le misure di sostegno in tal senso e variano a seconda del tipo di lavori che devono essere svolti. Analizzando gli interventi volti a migliorare i servizi energetici della propria abitazione (o edificio), ecco il quadro della situazione riguardante l’ecobonus. Fino a poco tempo fa la detrazione relativa a questo genere di modifiche (coibentazione del palazzo, sostituzione caldaia vecchia con una a condensazione o con pompa di calore per citare alcuni esempi) era del 65%. Per altre tipologie di lavori invece il bonus ammontava al 50%. Con il decreto di maggio c’è stato un cambiamento importante. L’aliquota di detrazione dovrebbe salire addirittura al 110%.
Si potrà applicare a qualsiasi genere di intervento inerente l’immobile volto a favorire la riqualificazione energetica. Alcuni esempi in tal senso sono l’installazione dei pannelli solari o fotovoltaici, ristrutturazione facciate (su cui attualmente il bonus è al 90%), sostituzione delle finestre. Tra le condizioni per il raggiungimento del beneficio, c’è che nei lavori deve essere compresa la realizzazione di almeno uno tra: cappotto termico dell’edificio, caldaia a condensazione o caldaia a pompe di calore. Questi termini nel caso, avranno valenza per i lavori effettuati a partire dal 1 luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021. La detrazione sarà recuperabile in 5 rate annuali di pari importo.
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Bonus ristrutturazione 2020: cos’è?
Il primo quesito ovviamente riguarda la natura di questo strumento, che non è altro un’agevolazione fiscale regolata dall’articolo 16-bis del DPR 917/86 Tuir per quanto concerne la ristrutturazione edilizia. In termini pratici il bonus si articola in una detrazione IRPEF pari al 36% dei costi sostenuti per la realizzazione dei lavori fino ad una spesa massima di 48mila euro. Nel corso degli anni però la detrazione fiscale è stata aumenta al 50% a partire da spese sostenute dal 26 giugno 2012 (dunque fino a 96mila euro). In virtù della Legge di Bilancio 2020, la detrazione al 50% è stata prorogata e con l’avvento del Decreto Rilancio è stata aumentata fino al 110%.
Bonus ristrutturazione 2020: come funziona?
Il contribuente interessato, deve in prima istanza pagare le spese con bonifico bancario o postale, conservare tutta la documentazione e calcolare la detrazione spettante. Successivamente dovrà indicarla nella dichiarazione dei redditi successiva all’anno in cui si sono sostenuti i costi dei lavori. Inoltre dovrà aggiungere i dati catastali dell’abitazione oggetto di ristrutturazione.
Nel dettaglio ecco la documentazione necessaria per poter accedere allo sgravio fiscale e non correre rischi in caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate:
- Domanda accatastamento immobile;
- Ricevute pagamento Imu;
- Dichiarazione consenso esecuzione lavori;
- Concessioni, autorizzazioni allo svolgimento dei lavori o dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà indicante la data di inizio degli stessi e compatibilità con le spese ammesse dal bonus;
- Delibera dell’assemblea di condominio (ove sia necessaria).
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Bonus ristrutturazione: requisiti per poterlo ottenere
Prima di analizzare le caratteristiche necessarie per poter presentare la richiesta, è bene capire chi sono i potenziali beneficiari. Ovviamente il proprietario, ma anche il nudo proprietario, titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione), locatario e comodatario. Inoltre i lavori devono comportare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio. Qualora non sia possibile, va anche il conseguimento della classe energetica più alta dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica.
Già detto dei requisiti economici, è importante sapere per quali tipi di lavoro si può fare richiesta, ovvero: lavori manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento effettuati sulle singole unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale, lavori di ricostruzione o di ripristino dell’immobile danneggiato da calamità naturali, lavori volti all’eliminazione di barriere architettoniche, modifiche improntate al contenimento dell’inquinamento acustico e al conseguimento del risparmio energetico solo per citarne alcune. Per poterle scrutare ed analizzare tutte è bene leggere attentamente la Legge di Bilancio 2020.