Il governatore della Campania: «Voglio correggere un’informazione che è girata in queste ore sugli organi d’informazione sull’accordo raggiunto tra Regioni e Stato: la Campania non è d’accordo, non ha firmato nessun accordo».
De Luca contro il governo. Non sarebbe la prima volta, certo, ma questa volta i toni sono più accesi e il governatore della Campania non usa mezze parole: “Sulle norme di sicurezza deve pronunciarsi il ministero della Salute, non si può scaricare tutto su di noi”.
Il nuovo dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte prevede la riapertura quasi totale delle attività commerciali lunedì 18 maggio.
Ma qualcosa non torna al dem De Luca:
“Io ritengo — ha spiegato — che su alcune norme di sicurezza generale debba pronunciarsi il ministero della Salute. Poi è chiaro che è necessaria una flessibilità regionale, ma sulle norme fondamentali non è possibile che il ministero della Salute e il governo scarichino opportunisticamente le decisioni sulle Regioni, questo non è accettabile”.
Il presidente della Regione resta molto perplesso sulla questione legata alle riaperture, la tutela della salute dei cittadini in proporzione alle risorse sanitarie disponibili sul territorio:
“La Campania è la Regione d’Italia che ha meno risorse fra tutte le Regioni nel fondo sanitario nazionale — ha detto – non tutti sanno che la Campania riceve pro capite ogni anno 45 euro in meno rispetto a un cittadino del Veneto, 40 euro in meno della Lombardia, 60 euro in meno rispetto all’Emilia Romagna, 30 euro in meno rispetto al Lazio. La Campania viene rapinata ogni anno di 300 milioni di euro dallo Stato centrale”.
Non usa eufemismi De Luca sulla sua pagina Facebook.
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Il governatore, ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora, su Rai3, ha tenuto a precisare:
“Voglio correggere un’informazione che è girata in queste ore sugli organi d’informazione sull’accordo raggiunto tra Regioni e Stato: la Campania non è d’accordo, non ha firmato nessun accordo”.
Poi calca la mano:
“C’è stato un misto di finzione e di irresponsabilità. Per quello che ci riguarda lunedì (oggi) non apriamo né i ristoranti, né i pub né i mercati. Apriremo giovedì per preparare con serietà le condizioni di igienizzazione e poi di sicurezza per i clienti, in questi tre giorni”. “Dal 3 giugno liberi tutti, dice il premier – ha concluso De Luca – Io dal 2 ragionerò per capire a che punto è il contagio. E comunque che significa liberi tutti se abbiamo ancora curve epidemiologiche alte in alcune parti dell’ Italia?”
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