Il nuovo decreto legge è ormai alle porte e nel frattempo alcune indiscrezioni cominciano a venire fuori: l’Italia riapre le frontiere è una di queste
In attesa delle parole del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sul web cominciano a girare alcune ipotesi come quella dell’Italia che riapre le frontiere. Dopo questo lunghissimo periodo di di chiusura agli altri paesi a causa dell’emergenza da Nuovo Coronavirus cominciano a vedersi i primi spiragli di luce.
Il nuovo decreto, atteso per questa notte, pare contenga al suo interno una parte riguardante le frontiere che vedrà il Bel Paese aprirsi agli altri Stati membri dell’Unione Europea addirittura senza quarantena al rientro.
Diversi saranno i provvedimenti presi per i cittadini che rientreranno da paesi non dell’Unione. Per i cittadini che, ad esempio, rientreranno da Schengen, più Svizzera e Montecarlo, la quarantena adottata fino ad ora di 14 giorni non sarà più un obbligo.
I ministri Di Maio, Franceschini ed Amendola puntano ad una nuova apertura per provare a recuperare, anche se in parte, il turismo di cui il Paese godeva prima della chiusura.
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Ipotesi di riapertura per le frontiere in Italia: per alcuni paesi ancora chiusura
Secondo alcune indiscrezioni l’Italia, con il nuovo decreto atteso in queste ore, riaprirà le frontiere per i paesi che fanno parte dell’Unione Europea senza l’obbligo dei 14 giorni di quarantena.
Con il nuovo provvedimento il Bel Paese prova ad intervenire sulle voci che vedrebbero l’Italia fuori dagli itinerari turistici per l’estate 2020. I tour turistici vedrebbero fuori anche la Spagna, ma la Commissione Europea sta provando a trovare una soluzione anche per il paese iberico.
Ovviamente per assicurare la sicurezza dei cittadini che decideranno di intraprendere un viaggio durante la bella stagione l’Agenzia dell’Unione Europea dirigerà i blocchi nei paesi in cui il contagio è alto.
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Le condizioni appena elencate dovrebbero rientrare nel nuovo decreto atteso nelle prossime ore, invece per quanto riguarda i cittadini provenienti da paesi che non rientrano nell’Unione Europea bisognerà aspettare almeno fino al prossimo 15 giugno.