Un team di ricerca internazionale ha scoperto un gruppo di cellule negli occhi che sarebbero particolarmente sensibili all’intenzione da Coronavirus: di cosa si tratta
Negli occhi ci sarebbe un gruppo di cellule, sensibile all’infezione da Coronavirus, SARS-CoV-2, e che favorirebbero l’accesso dell’infezione stessa all’interno del nostro organismo: questa, la scoperta di un team internazionale diretto da scienziati dello STAR Institute of Molecular and Cell Biology di Singapore riportata da Fanpage.It.
Stando a quanto riportato, infatti, si apprende che all’interno delle suddette cellule sarebbe stata trovata una quantità degna di nota di enzima 2 di conversione dell’angiotensina, ACE2, ossia il recettore che viene utilizzato dal patogeno per inserirsi nell’organismo, duplicarsi e diffondere la malattia.
Insomma, il SARS-CoV-2 fa uso della proteina S per far leva ed introdursi all’intento dell’organismo umano, sebbene siano comunque le vie respiratorie ad essere la prima via di acesso preferita, per così dire, dalla malattia per inserirsi e dare il via al contagio mediante le note goccioline, droplet.
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Una scoperta interessante, quella fatta da un team internazionali diretta da scienziati dello STAR Institute of Molecular and Cell Biology di Singapore, che hanno lavorato insieme agli scienziati del Dipartimento di Farmacologia Molecolare e Terapie Sperimentali della Mayo Clinic (Stati Uniti), della Icahn School of Medicine a Mount Sinai di New York e dell’Università Nazionale di Singapore.
Lo studio, riportato da Fanpage – sezione Scienza, è stato condotto mediante l’analisi di trentatré diversi tipi di cellule oculari e potrebbe rappresentare un piccolo passo avanti nella comprensione del fenomeno Coronavirus e, in particolare, dei meccanismi che vengono utilizzati per inserirsi all’interno dell’organismo degli esseri umani, provocando poi l’infezione e la malattia.
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Sebbene, come detto in precedenza, le vie respiratorie restino quelle maggiormente attaccate dal virus e quindi, di rilesso, quelle più attenzionate, è opinione diffusa tra alcuni scienziati che anche le mucose degli occhi non debbano essere sottovalutate.
I contagi infatti, stando a quanto determinato dagli scienziati dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive (INMI) “Lazzaro Spallanzani” di Roma, possono avvalersi anche delle lacrime e delle secrezioni congiuntivali.
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