Il calabrone killer sta spaventando l’Italia soprattutto per la confusione tra le varie specie, in merito alla questione gli esperti hanno deciso di fare chiarezza
Il calabrone killer sta sconvolgendo la cronaca di questi giorni e inoltre molte persone tendono a fare confusione tra le varie specie di quesi imenotteri senza capire in realtà quel è quello potenzialmente pericoloso.
In merito alla questione, ai microfoni di ‘FanPage‘, è intervenuto il noto professore Maurizio Biondi che ha provato a fare chiarezza in merito alla questione.
Al professore è stato chiesto “Quali sono gli insetti con cui abbiamo effettivamente a che fare in Europa e in Italia?”. Biondi ha spiegato che nel sud dell’Europa, ovviamente anche in Italia, vi sono tre specie con cui possono venire in contatto i cittadini: Vespa crabro, Vespa orientalis e Vespa velutina.
Quest’ultima appena citata è il cosiddetto Calabrone killler. Secondo alcune statistiche, continua a spiegare il professore, ogni anno vi sono dai 10 ai 20 decessi dovuti alla puntura di questo imenottero, quindi non è un fenomeno particolarmente raro.
Questo tipo di imenottero ha un veleno particolarmente forte, ma continua a spiegare il professore: “Quindi per il discorso di questi tre calabroni che le ho nominato, dal punto di vista della pericolosità verso l’uomo non c’è alcuna differenza”.
Quello del Sud Europa, a causa delle sue dimensioni, è tra quelli più pericolosi rispetto ai due precedentemente nominati.
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Il calabrone killer sta spaventando un po’ tutti soprattutto per la grande confusione che questo sta provocando. Per fare chiarezza è intervenuto il professore Maurizio Biondi ai microfoni di ‘FanPage‘.
Al noto professore è stato anche chiesto se la Vespa mandarinia può essere potenzialmente pericolosa per l’uomo. In merito alla questione Biondi ha risposto: “Il veleno è in funzione delle dimensioni. Un animale molto grande come la Vespa mandarinia ha più veleno di uno più piccolo, quindi potrebbe risultare leggermente più pericolosa dal punto di vista degli effetti, per la quantità maggiore di veleno”.
Si è poi rivolto ai cittadini spiegando che non bisogna spaventarsi ogni volta che vi sono segnalazioni perché bisogna fare prima gli opportuni studi. In Abruzzo, spiega il professore, vi sono state diverse segnalazione di questa Vespa velutina e alla fine, dopo gli opportuni studi, è venuto fuori che in realtà era un banale Calabrone.
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Ma come possiamo combattere queste specie? Secondo il professor Biondi, l’unica metodologia applicabile è quello del monitoraggio. Ha, inoltre, spiegato: “Se noi attacchiamo la Vespa velutina attraverso una lotta chimica, per intenderci, uccidiamo più insetti pronubi, ovvero insetti utili, impollinatori, che non vespe velutine”.
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