“È il mio primo David come protagonista e ne sono davvero orgoglioso. Grazie a @marcobellocchio e a tutti coloro che hanno lavorato con noi. Grazie davvero, sono felice.
David di Donatello 2020
Migliore Attore Protagonista”
Così Pierfrancesco Favino celebra sul suo profilo Instagram la vittoria ai David di Donatello come miglior attore, statuetta conseguita battendo grandi nomi del cinema, da Alessandro Borghi (Il primo Re) a Tony Servillo (5 è il numero perfetto), passando per Luca Marinelli (Martin Eden) e Francesco Di Leva (Il sindaco del rione sanità).
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Il Traditore di Marco Bellocchio ha, del resto, sbancato la serata di ieri aggiudicandosi anche il premio come miglior film, regia, attore non protagonista Luigi Lo Cascio, sceneggiatura originale e montaggio.
Pierfrancesco Favino, certo non nuovo a successi e riconoscimenti, è rimasto molto commosso del premio conseguito e così, chiedendo qualche minuto al conduttore della serata, Carlo Conti, ha voluto esprimersi in una dedica molto speciale.
Pierfrancesco Favino miglior attore David di Donatello 2020: la dedica
Il pubblico italiano è rimasto colpito non tanto da Pierfrancesco Favino quanto dalla moglie, Anna Ferzetti, anche lei candidata ai David come miglior attrice non protagonista, e incapace di trattenere l’emozione per la vittoria del marito, tanto da irrompere nella scena per un bacio volante.
Il gesto certo strappa un tenero sorriso, cosa preziosa di questi tempi in cui baci e abbracci sembrano esser diventi uno spauracchio, ma a colpire noi sono state le seguenti parole di Pierfrancesco Favino che ha voluto raccontare un episodio privato particolarmente significativo:
“Andando a un appuntamento una signora mi ha fermato nell’androne del palazzo e mi ha detto una cosa bellissima: ‘torni presto a trovarci’ – ha raccontato -. Io tornando verso la macchina ho sentito tenerezza, gratitudine, e orgoglio, di appartenere alla categoria delle donne e degli uomini che fanno parte del mondo dello spettacolo che sono persone che sono state capaci di rialzare la testa sempre.
Voglio dire a questa signora – ha aggiunto Favino – che tutti quanti noi non vediamo l’ora di poter tornare a farle visita. E non vediamo l’ora di poterlo fare. Questa signora aveva una certa età, e c’è anche un’altra signora di una certa età alla quale desidero dedicare il premio. Si chiama Stella Favino, ed è mia madre”.
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Potrebbe apparire un incontro casuale, qualcosa poco degno di nota o, al più, le parole di una fan che incontra il suo idolo.
Oggi però, in epoca di coronavirus, di cinema e teatri chiusi, quel saluto assume un significato molto più speciale.
E’ l’appello di una donna ma in realtà di tutta l’Italia, la richiesta di poter presto tornare a “trovare” quegli uomini e quelle donne per noi così familiari e capaci di raccontare la storia, l’essere umano e la vita come solo l’arte sa fare.