Partirà alle 22 del prossimo 12 maggio e finirà quarantott’ore dopo, lo sciopero della benzina nelle aree autostradali. Cusa, le vendite crollate
Distributori chiusi in autostrada, dalle 22 del 12 maggio, allo stesso orario del 14 maggio. I benzinai daranno vita al primo sciopero post-lockdown, come confermano le associazioni di categoria Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio. Lo sciopero di 48 ore, interesserà le aree autostradali ed assimilabili.
A spiegarne nel dettaglio i motivi, una nota stilata dalle stesse Fegica-Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio: “Nonostante i fattori di crisi siano evidentemente generalizzati, il Governo ha adesso il dovere tassativo di prendere atto -agendo di conseguenza- che i Gestori Carburanti sono la categoria di piccole imprese più colpita dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19. Anche considerando l’alto rischio sanitario che implica di per sé l’attività di distribuzione carburanti”.
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Benzina, per 48 ore non sarà disponibile presso autostrade
Le vendite dei benzinai sono letteralmente crollate negli ultimi due mesi, registrando un calo del 92%, come sottolineano le organizzazioni sindacali interessate al settore. Questo, nonostante i rivenditori abbiano assicurato la loro presenza sette giorni per 24 ore, nei pressi delle autostrade, anche in Fase 1. Il problema è stato naturalmente, lo scarso passaggio di clienti, visto il lockdown.
La nota dei sindacati continua infatti, toccando anche il lato economico: “In tali condizioni ed a costi inalterati, la liquidità è ormai da tempo prosciugata anche a causa di un sistema bancario rigidamente attestato sulle disposizioni degli innumerevoli ‘Accordi Basilea’, più che impegnato a dare attuazione i Decreti della Presidenza del Consiglio. Senza contare che il tavolo di crisi avviato dal Ministro Patuanelli è fermo ormai da un mese per il semplice fatto che -si dica apertamente o meno- che il Governo non ha forza ed autorità sufficienti per imporsi su società concessionarie autostradali che sono divise su tutto, tranne che sulla convinzione (incontrastata) di poter agire da ‘padroni’ anziché, appunto, da concessionarie di un bene pubblico”.
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A pochi giorni dalla fine di aprile, preoccupava già la quotazione del petrolio, mai così bassa e scesa praticamente a meno di zero, ora gli stessi benzinai che non hanno mai abbandonato il campo di lavoro, chiedono garanzie al Governo, per poter sopravvivere, così, termina la nota: “Al Governo ed in particolare ai Ministri del Mit e del Mise, competenti per materia, la categoria chiede, quindi, non solo di poter essere messa finalmente nelle condizioni di beneficiare delle misure generali assunte in precedenza ed ora annunciate, cassa integrazione in deroga, finanziamenti a fondo perduto, bonus affitti e bollette, ecc.- ma anche di predisporre interventi mirati, riconvocando il tavolo di crisi e rispettando gli impegni già assunti, capaci di affrontare le condizioni peculiari a cui sono state e sono tuttora sottoposte le imprese di gestione”.