La famosa Legge 104 è stata varata nel 1992 per disciplinare l’assistenza e l’integrazione sociale delle persone affette da handicap. In quali casi è possibile usufruirne?
La Legge 104 è uno strumento che ha segnato un cambiamento storico decisamente positivo, che tutela i contribuenti che a causa di una disabilità ha delle oggettive difficoltà nello svolgimento di determinati mansioni. Tanti però sono gli interrogativi che ruotano intorno a questa tematica, come ad esempio i requisiti per l’accesso, la decadenza, le agevolazioni e la presentazione della domanda. Partendo dal principio tale normativa è stata introdotta nel 1992 per disciplinare il welfare e i diritti delle persone che presentano degli handicap.
A queste categorie sono concessi alcuni benefici che permettono naturalmente di poter fronteggiare al meglio lo stato permanente di invalidità. Tra le agevolazioni figurano la possibilità di conseguire anticipatamente la pensione di vecchiaia. Inoltre si possono ottenere degli sgravi fiscali, oltre che detrazioni fiscali sul bollo auto, sull’acquisto di un veicolo e sulle spese sanitarie. Per questo motivo è bene individuare i soggetti che ne hanno realmente bisogno e quindi vediamo nel dettaglio le patologie per la quale è prevista la 104.
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Prima di tutto bisogna avere una certificazione medica che possa appurare il grado di disabilità e poi presentarla all’Inps. Successivamente una commissione medica esaminatrice provvede ad effettuare ulteriori verifiche che diano conferma di quanto dichiarato attraverso il certificato medico.
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Andando al punto della situazione sono diverse le malattie per cui è possibile avanzare la richiesta della Legge 104/92, tra cui quelle del sistema circolatorio e cardiaco. Rientrano nell’elenco anche patologie del’apparato uditivo, visivo e fonatorio.
Al contrario di quanto si possa pensare si ha diritto al beneficio anche per i disturbi di tipo psichico. Schizofrenia, disturbo bipolare, depressione, anoressia e ritardo mentale sono da annoverare tra i problemi compatibili con la suddetta legge. Naturalmente non bisogna dimenticare ciò che intacca l’apparato respiratorio e neurologico come demenza, morbo di Parkinson e Alzheimer. Insomma, malattie di non poco conto, che non consentono nessun tipo di “furbata” in tal senso.
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