Fase 2, ancora polemiche: quanti amplessi per essere congiunti?

Istruzioni Fase 2 da Covid-19 in Italia: ancora polemiche su alcune cose non chiare, si passa dai congiunti alla scuola ad altre fasi del provvedimento

Fase 2, ancora polemiche: quanti amplessi per essere congiunti?
Fonte foto (Pixabay)

Ancora tanti strascichi, a due giorni dalla comunicazione da parte del Presidente, Giuseppe Conte, sulle varie precauzioni della Fase 2 che verrà in Italia, dopo il lockdown per Covid-19. Affaritaliani.it Milano, prende in giro su parecchi versanti, proprio il Premier e la non chiarezza delle comunicazioni del Governo.

Ancora dubbi sulla parola “congiunti”, dove ci si chiede chi possa essere compreso in tale denominazione. Il giornale allora chiede: “Quanti amplessi servono per definire un affetto “stabile”? Cinque? Dieci?”

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Fase 2, qualcuno non è convinto delle istruzioni governative

Fase 2, ancora polemiche: quanti amplessi per essere congiunti?
Fonte foto (Pixabay)

Affaritaliani.it fa capire senza mezzi termini, che le misure o le spiegazioni governative non soddisfano, e si espongono in riflessioni su diversi argomenti.

Sarebbero arrivate tante proteste da parte di chi non è sposato per far notare che la parola “congiunti”, “tradisca una concezione della società ferma agli anni ’50: e Conte è lesto a trasformare “i congiunti” in “fidanzati, affini e affetti stabili” “.

Ci si chiede un normale agente, in fase di fermo di un soggetto, come possa provare che la persona, stia andando a casa di un “affetto stabile” e non di una persona conosciuta da poco.

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Polemiche ancora, anche per le decisioni prese in merito alle scuole, dove il giornale, parla addirittura di “Bullismo di Stato” e di “Giovani non tutelati”.

Insomma, il quotidiano digitale sembra non voler usare la mano leggera andando a toccare la persona del Premier con critiche personali, ed aggiungendo: “I giornalisti amici lo hanno aiutato ad arrivare indenne fino alla fine di aprile, ma la tonnelata di risate da cui è stato seppellito ieri lo inchioda definitivamente al proprio fallimento”.

 

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