Una lunga indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Roma ha permesso di ricostruire tutto il patrimonio dal clan Spada
L’operazione “Apogeo“, condotta dalla Guardia di Finanza e dal Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria di Roma, si sta procedendo al sequestro di beni mobili e immobili del valore complessivo di 18 milioni di euro. Un patrimonio ottenuto grazie al traffico di droga, alle estorsioni e all’usura.
Ad accumularlo negli anni sono stati tutti gli esponenti del clan: Carmine Spada, conosciuto come Romoletto, Ottavio Spada, Armando Spada, Roberto Spada e il fedelissimo del clan Claudio Galatioto.
In tutto, una cinquantina di persone erano coinvolte, tra familiari e conoscenti compiacenti apparentemente estranei alla criminalità, che hanno svolto la funzione di prestanome per i vertici del clan.
19 le società confiscate e 6 associazioni sportive e culturali situate ad Ostia e che operavano in diversi settori come bar, sale giochi, benzinai, palestre, scuole di danza, edilizia e commercio di automobili. Sequestrati anche due ditte individuali, due immobili a Ostia e Ardea, 13 automezzi e conti bancari e postali.
Tra le aziende confiscati c’è anche la “Femus Boxe”, la società che gestiva la palestra dove è stato colpito il giornalista della Rai, Daniele Piervincenzi. Per quella vicenda Roberto Spada è stato successivamente condannato per lesioni aggravate dal metodo mafioso.
“Apogeo” è l’epilogo di un’inchiesta iniziata dopo le due maxi-operazioni, “Eclissi” e “Sub Urbe” all’epoca condotte dalla Direzione distrettuale antimafia e che hanno decimato il gruppo criminale operante ad Ostia e su tutto il litorale romano, portando in carcere decine di affiliati.