Clan Spada: con “Apogeo” confiscato patrimonio da 18 milioni

Una lunga indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Roma ha permesso di ricostruire tutto il patrimonio dal clan Spada

Roberto Spada
Roberto Spada (screenshot Youtube)

L’operazione “Apogeo“, condotta dalla Guardia di Finanza e dal Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria di Roma, si sta procedendo al sequestro di beni mobili e immobili del valore complessivo di 18 milioni di euro. Un patrimonio ottenuto grazie al traffico di droga, alle estorsioni e all’usura.

Ad accumularlo negli anni sono stati tutti gli esponenti del clan: Carmine Spada, conosciuto come Romoletto, Ottavio Spada, Armando Spada, Roberto Spada e il fedelissimo del clan Claudio Galatioto.

In tutto, una cinquantina di persone erano coinvolte, tra familiari e conoscenti compiacenti apparentemente estranei alla criminalità, che hanno svolto la funzione di prestanome per i vertici del clan.

19 le società confiscate e 6 associazioni sportive e culturali situate ad Ostia e che operavano in diversi settori come bar, sale giochi, benzinai, palestre, scuole di danza, edilizia e commercio di automobili. Sequestrati anche due ditte individuali, due immobili a Ostia e Ardea, 13 automezzi e conti bancari e postali.

Tra le aziende confiscati c’è anche la “Femus Boxe”, la società che gestiva la palestra dove è stato colpito il giornalista della Rai, Daniele Piervincenzi. Per quella vicenda Roberto Spada è stato successivamente  condannato per lesioni aggravate dal metodo mafioso.

“Apogeo” è l’epilogo di un’inchiesta iniziata dopo le due maxi-operazioni, “Eclissi” e “Sub Urbe”  all’epoca condotte dalla Direzione distrettuale antimafia e che hanno decimato il gruppo criminale operante ad Ostia e su tutto il litorale romano, portando in carcere decine di affiliati.

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