La comunicazione sui pagamenti della cassa integrazione è arrivata direttamente dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che ha spiegato anche alcune differenze a riguardo
I lavoratori sono in fermento nell’attesa di ricevere la tanto sospirata cassa integrazione, che in questa fase è quanto mai indispensabile. I ritardi nei pagamenti hanno scatenato malumori e polemiche per questo ha parlato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Il numero uno dell’Istituto nazionale della previdenza sociale intervenuto all’audizione in commissione Lavoro lo scorso 20 aprile, ha fatto chiarezza sulla questione, specificando tempi di pagamenti tra le diverse forme di cassa integrazione.
In un primo momento si era ipotizzato che le pratiche potessero essere sbrigate entro il 15 aprile, ma anche i consulenti del lavoro avevano palesato più di qualche dubbio su questa visione fin troppo ottimistica e di fatto hanno avuto ragione. I tempi potevano accorciarsi solo nel caso che i datori di lavoro avessero anticipato il pagamento. Per gli altri casi bisogna aspettare i tempi tecnici, che per via dell’emergenza sono stati ridotti a circa 30 giorni (solitamente sono necessari diversi mesi).
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A peggiorare il quadro è anche la concomitanza con con l’Inps si è ritrovata a fare i conti. Infatti è alle prese anche con i vari pagamenti dei Bonus 600 euro. Dal canto suo Tridico ha rassicurato i cittadini garantendo che gli ammortizzatori saranno accreditati sui conti correnti entro il 30 aprile.
Al tempo stesso ha fatto un’importante distinzione tra la cassa integrazione ordinaria (Cigo) e la cassa integrazione in deroga (Cigd). Per quest’ultima le tempistiche sono diverse, motivo per cui sicuramente arriverà oltre la fine del mese corrente. Non tutte le regioni hanno provveduto all’attivazione istantanea dell’invio delle domande, e anche chi lo fatto in tempi rapidi deve fare i conti con il tortuoso iter di valutazione della richiesta. Successivamente anche l’Inps deve fare le sue verifiche prima di procedere con la somministrazione del denaro.
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Inizialmente si era prospettata l’ipotesi di anticipo della cassa integrazione da parte delle banche per cercare di ridurre l’attesa, ma con il passare dei giorni anche questa pista non ha portato agli esiti sperati. L’accordo tra Governo ed ABI concede la possibilità al lavoratore di richiedere l’assegno fino ad un massimo di 1400 euro agli istituti di credito che hanno aderito alla convenzione. L’onere di informarsi e procedere con la richiesta spetta però al diretto interessato, che una volta espletate le pratiche dovrà aspettare il responso da parte della banca. L’ABI dal canto suo ha emesso una nuova circolare lo scorso 16 aprile 2020 in cui ha spiegato meglio la prassi da seguire. Svolta decisiva? Ai cittadini l’ardua sentenza.
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