L’Ania ha annunciato la volontà di venire in contro ai clienti che in questi mesi non hanno usufruito dell’Assicurazione Auto. L’Unione nazionale dei consumatori e il Codacons però non sono d’accordo sulle modalità
Era nell’aria da qualche giorno, ma adesso è praticamente ufficiale, fino al 31 luglio è possibile richiedere la sospensione del pagamento dell’RC Auto. Il Parlamento infatti ha deciso di integrare il Decreto Cura Italia per tutelare gli assicurati dei veicoli non utilizzati, a patto che siano realmente fermi e quindi al riparo da potenziali incidenti.
Le stesse compagnie assicurative, sollecitate a più riprese (e da più parti) in questo periodo, hanno annunciato di voler far la loro parte con iniziative specifiche ed autonome in favore degli automobilisti. Dunque andiamo a vedere nel dettaglio, i vari scenari che si stanno andando a delineare.
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Assicurazione Auto, stop pagamenti: incentivi ed iniziative
Ad esempio, l’Asaps (associazione amici polizza stradale) ha fatto richiesta per il riconoscimento di un bonus a favore degli intestatari di assicurazioni auto attualmente in vigore. L’idea è quella di ottenere uno sconto per il prossimo contratto del tipo “paghi 11 mesi ma sei assicurato per 12 mesi”. Ovviamente se il periodo di fermo dovesse essere protratto l’incentivo subirebbe una variazione in favore del cliente. L’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania) ha invece in mente una strategia differente. Ogni compagnia studierà ed attuerà dei piani diversi da proporre ai propri clienti. Un modo secondo l’Ania per restituire alla collettività il beneficio derivante dal calo della frequenza dei sinistri.
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Una soluzione che in apparenza può sembrare giusta e lecita visto che le assicurazioni sono degli enti privati. Non a tutti però sembra andar bene. Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente meglio conosciuto con il nome Codacons ad esempio si è detto contrario. Secondo il parere dei suoi esponenti, il Governo a stabilire delle linee guida uguali per tutti, senza lasciare libertà d’azione alle singole aziende. L’Unione nazionale dei consumatori ha invece storto il naso sulle tempistiche, definite tardive visto che il lockdown è ormai in vigore da oltre un mese.