Lo sai perché si dice “Passare la notte in bianco”? Ecco il motivo

Spesso utilizziamo i modi di dire ma non ne conosciamo l’origine, lo sai perché si dice “Passare la notte in bianco”? Ecco il reale motivo di questo detto

Molto spesso, nel parlato quotidiano, utilizziamo alcuni modi di dire come “Passare la notte in bianco“, ma cosa significano realmente e qual è la loro origine?

Il significato è facilmente intuibile, infatti, significa letteralmente trascorrere l’intera notte senza chiudere occhio nemmeno un attimo, ma la vera curiosità sta nella provenienza del detto.

Questo modo di dire, infatti, arriva da lontano addirittura dall’epoca medievale dove vigeva il sistema cavalleresco. “Passare la notte in bianco”, infatti, si riferisce alla notte trascorsa dai cavalieri prima della notte dell’investitura.

Questi, secondo la tradizione, dovevano trascorrere un’intera nottata senza dormire e con indosso un vestito completamente bianco. Inoltre, durante la notte, i cavalieri dovevano riflettere sul senso dell’onore e provare a prepararsi per il nuovo ruolo che avrebbero poi ricoperto il giorno dopo.

Durante le ore di riflessione, i cavalieri dovevano anche osservare il digiuno. Insomma le origini di questo modo di dire arrivano da molto lontano e sono davvero nobili.

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Il modo di dire “Passare la notte in bianco” arriva da lontano: ma chi l’ha utilizzato per la prima volta?

I modi di dire, che spesso utilizziamo nel parlato quotidiano, sono davvero tanti ad esempio: “Abbiamo fatto 30, facciamo 31”; “Fare le cose alla carlona”; “Essere al verde” e tra i tanti vi è anche quello “Passare la notte in bianco“.

Nel paragrafo precedente abbiamo visto che letteralmente significa: trascorrere l’occhio senza chiudere occhio nemmeno per un attimo.

Questo detto, come spiegato nel paragrafo precedente, arriva dall’epoca medievale e si riferisce ai cavalieri che, prima dell’investitura, dovevano trascorrere l’intera notte senza dormire, con indosso un abito bianco e digiuni.

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Secondo alcune informazioni, questo detto è stato utilizzato per la prima volta ne 1952 nel libro “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino. La frase in cui questo modo di dire viene citato è: “Adesso non voleva pensare, aveva passato la notte in bianco, aveva sonno”.