La seconda ondata arriverebbe da fuori secondo i dati diffusi dalla Cina dove decine di contagiati rientrati dall’estero hanno superato quelli interni
A lanciare l’allarme sono le autorità di Pechino che, grazie alle misure messe in atto a Wuhan, sono riuscite a contenere e bloccare la diffusione dei contagi nazionali da COVID-19.
Il rischio più grande adesso è rappresentato da quei contagiati che stanno rientrando nel Paese asiatico dall’estero, moltissimi provenienti dall’Europa e dall’Americadove la pandemia sta dilagando.
Siamo ancora nel bel mezzo dell’emergenza legata al Coronavirus e qualcuno focalizza già l’attenzione su un’eventuale seconda ondata di contagi.
Non essendoci purtroppo un vaccino e non essendo quindi immuni la popolazione è ancora suscettibile all’infezione; inoltre i numeri dei contagiati sono ancora troppo bassi per garantire l’immunità di gregge a una popolazione che conta circa 2 miliardi di individui.
Per quanto riguarda l’Italia, Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano conferma che la situazione dovrebbe migliorare verso la fine di aprile e che dovremmo “vedere la luce” entro maggio.
C’è chi è meno ottimista come Zhong Nanshan, il professore che scoprì la SARS, secondo il quale il coronavirus potrebbe essere sconfitto solo nel mese di giugno, ma ad una condizione, ossia che tutti gli altri Paesi agiscano con estremo rigore proprio come ha fatto la Cina.
In ogni caso, secondo lo studio di alcuni ricercatori universitari di Firenze, anche in Italia potrebbe presentarsi il rischio della “seconda ondata”, poichè, dopo il 13 Aprile la curva dei nuovi contagi potrebbe risalire.
Gli studiosi infatti hanno creato un modello matematico sull’epidemia che simula proprio la sua evoluzione in Italia dove, a causa della diminuzione delle misure restrittive potrebbero riaccendersi nuovi focolai di coronavirus.
Per questo è fondamentale che tutti i Paesi coinvolti dalla pandemia, attraverso rigide misure, raggiungano il risultato conquistato da Pechino.
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Ciò che emerge dagli studi effettuati da gruppo di ricercatori universitari di matematica di Firenze sono alcuni punti fondamentali:
1- L’inversione di tendenza dei contagi è una conseguenza delle misure prese dal governo, da quanto queste vengano messe in pratica dalla popolazione, ma anche da fattori ambientali.
2- Saremo costretti ad aspettare una riduzione dei casi attivi fino alla soglia di tollerabilità in modo da poter avere il tempo necessario per studiare terapie antivirali o altri tipi di cure.
3- Verranno alla fine allentate le misure, causando un possibile rimbalzo o una stabilizzazione dei casi ad un numero medio gestibile
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4- Non è possibile escludere eventuali risalite del numero di contagiati
5- Il coronavirus ce lo porteremo per molto tempo, fino a che non sarà disponibile un vaccino.
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