Coronavirus, virologo Pregliasco: “Sud Italia possibile nuova frontiera”

Fabrizio Pregliasco noto virologo dell’Università di Milano mette in guardia il meridione sui possibili rischi derivanti dal coronavirus. Il medico ha inoltre fatto il punto della situazione a livello generale

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Calabria (Fonte Pixabay)

Sono settimane cruciali per quanto riguarda il Covid-19, dove a tener banco oltre ai vari bollettini medici, sono anche alcune raccapriccianti iniziative come il challenge coronavirus diffusosi in rete. Si “attende” il famoso picco di contagi, ma nel frattempo la situazione sembra essersi stabilizzata. A lanciare un’inquietante allarme però è stato il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco, secondo cui l’epidemia potrebbe avere dei numeri più elevati anche al Sud Italia, dove finora il quadro non è così catastrofico come al Nord. 

A suo parere i focolai che si sono registrati finora vanno monitorati tenendo presente quanto successo in Lombardia e Veneto. Al tempo stesso però vista l’imponderabilità della propagazione del virus è bene che la parte bassa dello stivale si prepari anche ad una possibile degenerazione.

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Covid-19 (Fonte Pixabay)

Successivamente ha poi fatto un punto a livello nazionale, spiegando che almeno per qualche altra settimana sono ancora necessarie le misure restrittive vigenti. Dopo di allora però servirà un lento e progressivo ritorno alla vita di prima, sia sul piano lavorativo, che sociale. La prima cosa da fare secondo Pregliasco, è tutelare le categorie più a rischio come le persone anziane e quelle immunodepresse. Quindi per loro sarebbe opportuno proseguire la quarantena, mentre ospedali e pronto soccorsi devono essere attrezzati con mascherine e cerotti per poter far fronte ad un’eventuale seconda ondata.

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Infatti secondo il parere del medico meneghino non è da escludere questa ipotesi, anche perchè il virus non scomparirà così all’improvviso come in tanti dicono (o meglio si augurano). Per ora però è bene attenersi alle disposizioni. Nel caso di una grandissima città come Roma, dove il rischio sembrava inizialmente maggiore, grazie al blocco totale delle attività, si sono registrati dei risultati parziali abbastanza positivi.

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