Coronavirus è al momento l’emergenza più grave che l’Italia e non solo sta affrontando e che preoccupa proprio tutti. Ma quanti sono i contagi?
Dopo tante settimane di quarantena forzata che tutti gli italiani stanno facendo la domande che tutti si chiedono è quando i contagi finiranno e quindi l’emergenza smetterà di diffondersi. Ricordiamo infatti che tranne gli infermieri e i medici che continuano a lavorare in prima linea, tutti i professionisti e lavoratori sono a casa.
La novità di oggi è che la Einaudi Institute for Economics and Finance, ha fatto partire una ricerca per capire quanti sono stati fino ad ora i contagi e per cercare di dare una data in cui i contagi potranno fermarsi.
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Coronavirus, ecco le previsioni regione per regione dei contagi
Coronavirus non sembra volersi fermare, anche oggi sono stati tantissime le persone morte in tutta l’Italia e il numero dei contagiati continua a crescere nonostante la quarantena forzata di tutta la Penisola.
Oggi però una delle novità è che l’Istituto sopra citato sta cercando di determinare una data in cui i contagi potrebbero smettere di esserci, allora partiamo dal presupposto che una data precisa è impossibile da determinare. Però pare che alcune regione potrebbero arrivare ad una data tra il 5 e il 16 maggio, con alcune regione, quelle meno colpite che potrebbero anticipare il tutto alla fine di aprile.
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La regione al momento più a rischio dovrebbe essere la Toscana: l’azzeramento dei contagi potrebbe arrivare tra il 5 maggio e il 16 maggio in questa regione. Invece nelle altre regioni , il contagio potrebbe essere contenuto in modo più veloce, ad esempio:Trentino Alto-Adige previsto il 6 aprile, Basilicata 7 aprile, Puglia 9 aprile. Se ci spostiamo invece in altre regione le cose poi potrebbero ancora cambiare, ad esempio: Lombardia, l’azzeramento è previsto verso il 22, Emilia Romagna il 28, Veneto il 14, subito dopo Pasqua.
Infine ci affidiamo alle parole del professor Franco Peracchi, che ammette: “il numero dei contagiati “ufficiali” non è quello effettivo, perché sono in tanti coloro che hanno contratto il Covid-19 ma non risultano dai dati”.