Giovanni Ciacci stilista ed esperto di look celebre per la sua partecipazione a Detto Fatto, ha raccontato la sua quarantena caratterizzata dalla solitudine più totale
Nell’ultimo periodo si era guadagnato gli onori delle cronache per le sue vicissitudini con la Rai. Adesso a tener banco è la sua quarantena non non proprio felice. Giovanni Ciacci volto noto di Detto Fatto con Caterina Balivo prima e Bianca Guaccero poi, nell’autunno 2019 ha lasciato il programma per cause tutt’ora non chiare.
A detta sua dopo l’abbandono della Balivo la trasmissione aveva perso notevolmente ascolti, per questo aveva deciso di farsi da parte. Secondo altri rumors invece sarebbe invece al centro di un caso giudiziario con la Rai per aver portato un vestito dell’azienda ad una mostra senza i permessi necessari. Adesso però non se la sta vivendo un bel periodo, infatti sta passando questo periodo di reclusione forzata a causa del coronavirus, senza la compagnia di nessuno.
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Giovanni Ciacci, diario di una quarantena solitaria
A tal proposito ecco il suo racconto, che lascia tristezza e tenerezza, ma che è di fatto lo specchio della situazione di tutti coloro che vivono da soli e non possono vedere i propri cari. Ciacci ha dichiarato di essere in isolamento e lontano dai suoi affetti più cari al pari di altri 8,5 milioni di italiani. Pensa costantemente alla famiglia e agli amici, con l’auspicio di poterli rivedere al più presto.
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Il discorso del papa nel silenzio assordante di Piazza San Pietro, lo ha profondamente colpito e lo ha riportato anche nel suo post su Instagram in cui ha esternato il suo malessere: “Certe notti non si dorme… e questa notte dopo queste immagini sarà ancora più lunga ma piena di speranza”.
Uno sfogo che fa riflettere e che lascia spazio a tanti spunti. In primis, deve essere un monito per coloro che hanno la fortuna di passare questo periodo anomalo al fianco della propria famiglia. Nonostante tutto, questo è un aspetto di non poco conto, almeno nelle notti tormentate, c’è qualcuno con cui sfogarsi e poter condividere il proprio disagio.